Vinse il mondiale del 1938
Questo bergamasco di razza è tra i migliori portieri della storia del calcio italiano, campione del mondo nel 1938. I suoi due scudetti sono dipinti di rossastro, quello del grande Bologna degli anni Trenta. Bologna la grassa, la dotta, la rossa. Prima di approdare, come una rondine leggera, nella squadra dei Felsinei, Carlo Ceresoli difese la porta dell’Atalanta e successivamente, per quattro anni, quella dell’Ambrosiana -Inter.
Certi uomini di sport vengono ricordati soprattutto per delle giornate epiche. Del Gran Premio di Francia del 1979 nessuno ricorda il nome del vincitore ma tutti hanno una scossa, saltando da comode poltrone, nel raccontare il duello tra René Arnoux e Gilles Villeneuve. Al limite della follia, questi due corsari dell’automobilismo si diedero battaglia da brivido, a rischio delle proprie fragili vite. Di quella lotta a colpi di pneumatici simili a spade dell’Orlando Furioso ci ricordiamo noi amanti delle corse e dei motori e nulla c’importa che quella fu la gara in cui, per la prima volta, si ebbe la vittoria di una Renault e di un motore turbocompresso. La nostra fantasia e il nostro cuore ballano sul duello tra Arnoux e Villeneuve. Parimenti, il mondiale vinto da Ceresoli diventa niente a confronto della mitica parata compiuta sul calcio di rigore scagliato dall’inglese Brook nel match Inghilterra – Italia del 14 novembre 1934.
Di precisione diamantina e in grado di armonizzare le migliori caratteristiche di un portiere, nella storica partita contro gli albionici Ceresoli fu elogiato, come tutti gli azzurri, dalla stampa europea. Highbury, quartiere popolare di Londra con anguste viuzze sudice. Stadio dell’Arsenal. Calcio d’inizio, 14.30, e dopo appena sei minuti si infortuna il centrocampista Luis Felipe Monti, argentino naturalizzato italiano. Gli azzurri subiscono tre reti ma dominano il secondo tempo sfiorando il pareggio. Davanti a spalti gremiti in modo inverosimile, lottano come dei leoni. Nelle tribune ci sono anche tanti tifosi italiani che ostentano grandi coccarde tricolori. Cielo senza sole, nubi e foschia. Ma è prima dell’incidente di Monti che Ceresoli para un rigore memorabile. Succede tutto al primo minuto di gioco. L’ala destra britannica ruba il pallone a Orsi e come un’aquila velocissima inizia una discesa fino a lanciare la palla in area di rigore. Drake, nel tentativo di colpire a volo, viene buttato a terra. Penalty! Duello tra il cannoniere Brook e Ceresoli. Tiro fortissimo e a mezza altezza, bolide alla destra del portiere. Il leone di Highbury devia con la punta delle dita in calcio d’angolo. Tutti in piedi, anche gli inglesi. Parata epica. Gli azzurri subiranno poi tre reti nei primi quattrodici minuti di gioco. Nel secondo tempo reagiranno: segnerà Meazza al tredicesimo minuto, un gioiello di tiro al volo da lasciare di stucco anche i britannici, e ancora lui al diciassettesimo e questa volta di testa. La partita termina con la vittoria delle casacche bianche ma le strade di Highbury sono invase da tricolori mentre la pioggia londinese bagna da capo a piedi gli entusiasti tifosi italiani.