Don Alfredo Micalusi, direttore della Caritas Diocesana di Gaeta, lotta con lodevole convinzione contro ogni forma di mafia e di illegalità. A lui si deve il recente convegno sul gioco d’azzardo tenutosi a Formia nel corso del quale ha dichiarato con estrema chiarezza: “Questo non è un problema dei singoli, delle famiglie e del sistema sanitario che deve curare la ludopatia. Questo è un problema che ci riguarda tutti e contraddistingue un territorio. Noi, come Caritas, abbiamo inviato una lettera a tutti i sindaci, alle amministrazioni del territorio della diocesi ma nessuno ci ha risposto. Le comunità possono agire, nessuno si volti dall’altra parte perché si tratta di una questione che mina l’economia reale, l’economia legale. E poi lo sappiamo: le mafie hanno interesse specifico nel gioco d’azzardo, quindi un territorio malato è anche un territorio con un problema di mafia. Riflettere sulle caratteristiche economiche di un circondario è il primo passo per cercare di migliorarlo”.
Da parte sua il Tenente Colonnello Luigi Galluccio comandante del Gruppo GDF di Formia ha presentato i dati del contrasto quotidiano al gioco d’azzardo evidenziando che nel 2004 sono entrate in vigore disposizioni di legge che facilitano i nostri interventi ma, nel frattempo, le sale da gioco sono state aperte ovunque anche in prossimità di chiese e di scuole. Molti sono affetti da ludopatia e bisognevoli di cure, esattamente come i tossicodipendenti. Con le scommesse on line si consegnano soldi all’illegalità. Le società che operano nel settore non pagano le tasse in Italia ma scaricano sulla nostra società i costi sociali. Carlo Tucciello dell’associazione “Gocce di Fraternità” ha evidenziato che nel 2020 nella regione laziale sono andate in fumo per giochi vari 7 milioni e 600.000 euro. Nel 2021 la raccolta telematica è stata di 7 milioni e 100.000 euro, quella fisica 4 milioni e quattrocentomila. Nella nostra provincia la classifica negativa vede in testa Formia, quindi Fondi, Minturno, Gaeta. Se si esamina il rapporto tra abitanti e gioco d’azzardo la maglia nera spetta a Ponza. La ludopatia incide fortemente sul reddito dei giocatori sempre alla ricerca della vincita che possa cambiare loro la vita. Nel frattempo sono nella ragnatela della delinquenza. Il vescovo di Gaeta mons. Luigi Vari da parte sua ha sottolineato: “Noi non rinunciamo a denunziare questa situazione e crediamo sia importante partire dai giovani perché loro intanto sono i più fragili ma possono veicolare il segnale di pericolo in famiglia e tra gli amici. In un territorio dove si soffre per l’alto tasso di disoccupazione, il livello medio del reddito troppo basso, l’attaccamento al gioco d’azzardo peggiora notevolmente il quadro sociale.