Zanzara aliena in Etiopia. Contribuisce alla diffusione della malaria – Anopheles stephensi è il nome di una zanzara di origine indiana che si è insediata in Etiopia provocando una epidemia di malaria. Ha un’elevata capacità di resistere agli insetticidi e riesce a sopravvivere tutto l’anno.
Zanzara aliena in Etiopia. Contribuisce alla diffusione della malaria – Fitsum G. Tadesse, dell’Armauer Hansen Research Institute di Addis Abeba ha dichiarato “I nostri risultati indicano che può sopravvivere ovunque, quindi dobbiamo cercare questa zanzara in luoghi dove, in precedenza, le persone non si aspettavano di trovarla” e successivamente ha aggiunto:“Questa zanzara ha prodotto un picco di infezioni 10 volte maggiore alla media. Lo ha fatto in sole tre settimane e in un’area urbana durante una stagione secca”. Sarah Zohdy, dei Centri statunitensi per il controllo e la prevenzione delle malattie ha aggiunto: “La capacità di questa zanzara di persistere nella stagione secca e negli ambienti urbani può alterare la diffusione della malaria in Africa”.
L’Istituto Superiore di Sanità evidenzia: “Nel nostro Paese la malaria è soggetta a notifica obbligatoria e il ministero della Salute e l’Istituto superiore di sanità hanno l’incarico di mantenere un Sistema di sorveglianza nazionale per la valutazione annuale della situazione epidemiologica dei casi importati, e per poter intervenire prontamente sul territorio in caso di sospetti eventi autoctoni.
Gli ultimi dati relativi alla sorveglianza e alla casistica nazionale della malaria importata in Italia nel periodo 2013-17, presentati al XXX Congresso nazionale della Società italiana di parassitologia (Milano, 26-29 giugno 2018), richiamano alla necessità di includerla nell’attuale potenziamento della sorveglianza delle malattie trasmesse da vettori. Anche in Italia infatti, al pari di altri Paesi dell’Unione europea, per far fronte ai mutamenti a cui sta andando incontro la nostra società (come viaggi e commerci internazionali, cambiamenti climatici e ambientali, flussi migratori) si deve porre la massima attenzione verso una sorveglianza continua di queste malattie per la presenza sul territorio di specie di vettori competenti.
Per quanto riguarda la malaria, in Italia continuano a essere presenti zanzare del genere Anopheles, potenziali vettori di malaria, principalmente appartenenti al complesso maculipennis. In particolare, Anopheles labranchiae, che storicamente è stato il vettore maggiormente implicato nella trasmissione delle infezioni plasmodiali nel nostro Paese, è ancora ampiamente diffuso lungo le coste delle Regioni centro-meridionali e delle isole maggiori, dove può raggiungere anche densità rilevanti.
Dodici casi sono risultati di origine autoctona di cui 7 si sono verificati nell’estate del 2017, in particolare: 4 erano casi indotti (causati da eventi accidentali quali trasfusioni o altra forma di inoculazione parenterale come trapianti, infezioni nosocomiali ecc.) e 8 considerati criptici poiché non è stato possibile stabilire l’esatta modalità e luogo di trasmissione. Il gruppo di popolazione più colpito è stato quello degli stranieri regolarmente residenti, mentre gli italiani rappresentano circa il 17% dei casi. Sono stati segnalati 8 decessi, di cui 5 solo nel 2017.
La malaria più frequentemente riscontrata, acquisita principalmente in Africa sub-sahariana, è quella da Plasmodium falciparum. Tuttavia, rispetto ad analisi precedenti, nel quinquennio 2013-17 è stato osservato un certo incremento dei casi e delle recidive da P. vivax
Il maggior numero dei casi di malaria d’importazione si è registrato tra gli stranieri (83%). Tra questi, l’81% dei casi si è verificato tra gli immigrati regolarmente residenti (in seguito ai viaggi che compiono nei loro Paesi d’origine) e il 13% tra i migranti al primo ingresso (rifugiati e migranti economici)”.