Alle ore 13.00 di giovedì 28 gennaio scorso le persone vaccinate con due dosi sono state 338.067 pari al 0,56% della popolazione italiana e i vaccinati con prima dose 1.314.960 pari al 2,18% della stessa popolazione che conta 60,36 milioni di abitanti e di questi, circa 10 milioni (circa un sesto della popolazione) corrisponde agli under 18 quindi esenti da vaccinazione (non consigliata dalle case produttrici). Di questo passo quanto tempo occorrerà per uscire fuori dal pericolo coronavirus? L’Unione Europea ha pensato bene di segretare i contratti stipulati con le varie aziende farmaceutiche produttrici di vaccini anti covid-19.
Vaccinare – come si sta facendo in Italia – i medici e gli infermieri, tra l’altro, non proteggerà necessariamente i loro assistiti, perché i prodotti finora autorizzati hanno dimostrato solo di prevenire i sintomi del Covid-19, non l’infezione e il successivo contagio. In altri paesi europei si è invece cominciato con gli anziani. Così nonostante rappresenti il 61% delle vittime, la classe degli ultra-ottantenni dovrà aspettare il suo turno (nella regione Lazio l’8 febbraio). E gli ultra settantenni? E i malati cronici e i pazienti fragili ultrasessantenni?
Tutte le speranze ora sono riposte nei vaccini delle altre case farmaceutiche come Moderna, AstraZeneca, Sanofi e ReiThera che dovrebbero soddisfare le richieste entro fine 2021. Nel frattempo i dati dei contagiati e dei decessi crescono quotidianamente. Alla chiusura del nostro Magazine – 28 gennaio – i casi totali da inizio pandemia sono 2.515.507, decessi 87.381. Gli attualmente positivi 474.617, in terapia intensiva 2.288 e nei reparti ordinari 20.778 ricoverati. Le regioni che fanno registrare il maggior numero di test positivi al coronavirus sono: Lombardia, Campania, Emilia Romagna, Lazio, Puglia, Sicilia, secondo i dati del Ministero della Salute.