Ugo Amoretti, giocò con Meazza e Piola – “Era nato a Sampierdarena il 6 febbraio 1909, Ugo Amoretti. Cresciuto nella zona occidentale della Grande Genova, tra gli stabilimenti industriali e siderurgici e i cantieri navali disseminati a catena con le loro alte ciminiere, Amoretti debuttò nel calcio con La Dominante. Giocò con i liguri, nati dalla fusione tra Andrea Doria e Sampierdarenese, due partite e subendo tre reti. Campionato 1927-28, due gironi. Nel girone B, undici squadre tra cui il Novara e La Dominante. L’esordio avvenne il 4 dicembre. Le due squadre si scontrarono sul terreno di Cornigliano da cui si udivano i suoni delle sirene delle navi. Gli azzurri del Novara riportano una bella vittoria contro la squadra nero-scudata.
A difendere la porta dei liguri, un giovane Amoretti un po’ emozionato e, difatti, gli ospiti chiusero il primo tempo con due reti a zero. Il campionato, chiamato a quel tempo Divisione Nazionale, terminerà con la vittoria del Torino e la retrocessione del Napoli, della Lazio, della Reggiana, del Livorno, del Verona e della stessa Dominante: tutte, però, riammesse nella massima serie dell’anno successivo. Sampierdarena, si diceva. Quartiere oggi di Genova, fino al 1926 comune autonomo. I genovesi sono abituati a non sprecare, anche le parole. Città di poeti più che di prosatori. Non era di molte parole, Amoretti.
Portiere che indossò anche la casacca del Genoa (l’anno della prima retrocessione in serie B, 1933-34), quella della Fiorentina e quella della Juventus, vincendo con i bianconeri una Coppa Italia nel ’38. Unica presenza in nazionale, il 25 ottobre del ’36. Quel giorno l’Italia vinse contro la Svizzera per 4 a 2, il primo incontro per la IV Coppa Internazionale (un trofeo che metteva di fronte le nazionali dell’Europa Centrale e quella italiana). Stadio San Siro, con gli spalti gremiti da una folla di 35.000 spettatori. Una sola partita in maglia azzurra, quella di Ugo Amoretti, ma che soddisfazione averla giocata con Meazza e Piola!” Articolo di Pierluigi Larotonda disegnatore Stefano Cipolat