“Mi congratulo con il comandante provinciale della guardia di Finanza colonnello Bosco per la brillante operazione appena conclusa nel Comune di Minturno che ha comportato l’applicazione di due misure di custodia cautelare ed un sequestro di beni per 1,2 milioni di euro.
Reati fiscali e finanziari che avvengono all’ombra di un tessuto di relazioni e di rapporti e che vedono uno dei protagonisti – apprendo dai giornali – vicino a clan camorristici.
Quando parlo del triangolo dei territori che chiudono il Basso Lazio e mi viene risposto che si tratta di vecchi retaggi del passato, è evidente che a sbagliarsi sono altri. Anzi casomai sono le ombre del passato che ritornano a materializzarsi, come per la cellula dei casalesi di San Cosma.
Certo in questa storia c’è anche un profilo meramente fiscale che lascia molto perplessi e che la dice molto lunga su chi vive nell’illegalità. Personaggi allergici ad ogni forma di controllo: mentre il governo è impegnato nell’introduzione dello scontrino elettronico c’è invece chi va convintamente in direzione opposta, non curandosi del registratore di cassa rotto”.