Nel open day promosso dall’azienda idrica pontina Acqualatina S.p.a con “Il tour dei depuratori” il 17 ottobre 2019, dalle 10,30 alle 14, è stato possibile visitare i tre impianti di depurazione, in concessione dai Comuni all’azienda, di via Peccennone a Minturno, di Gaeta, in Via Arzano snc e, infine, di Sperlonga, in Via Salette.
Gli impianti sono stati inseriti nei seguenti progetti: Minturno nel progetto di ottimizzazione rete aria con relativo studio energetico; Gaeta, nel progetto Regionale per il miglioramento della qualità delle acque del Golfo di Gaeta e infine l’impianto di Sperlonga, nel progetto sperimentale per il riutilizzo delle acque in agricoltura.
Presenti, oltre alle rappresentanze dei relativi Comuni, l’Amministratore delegato Marco Lombardi, il capo depurazione area sud, Attilio Di Nardo e gli operai addetti agli impianti. Questi ultimi hanno ci hanno mostrato i processi di trasformazione delle acque reflue in acque biologicamente pure da poter essere reimmesse in natura.
Infatti le acque reflue non possono essere direttamente reimmesse nell’ambiente poiché il terreno, il mare e i fiumi, ossia i corpi ricettivi, ai quali sono destinate, non sono in grado di ricevere una quantità di sostanze inquinanti superiore alla propria capacità autodepurativa.
Dunque c’è bisogno che subiscano prima un trattamento di depurazione dei liquami, che consiste in una successione in più fasi, di natura chimica, fisica e biologica, durante le quali, dall’acqua reflua vengono rimosse le sostanze indesiderate, che poi vengono concentrate sotto forma di fanghi, dando luogo a un acqua limpida e pura tale da risultare compatibile con il corpo ricettore prescelto per lo sversamento, senza che questo possa subire danni ambientali.
Particolare attenzione viene posta dall’azienda sul controllo dei valori delle acque depurate, infatti ogni giorno gli addetti verificano oltre il funzionamento dell’impianto, anche se i valori rientrano nei parametri (fissati nelle tabelle di cui l’Allegato 5 del D.Lgs. n. 152/06), inoltre due volte al mese dei campioni di acqua vengono inviati presso i laboratori di Latina per essere controllati e aggiornati mentre, per quanto riguarda i controlli esterni, sono effettuati dall’Arpa una/due volta l’anno, nei mesi prevalentemente estivi.
Negli impianti, all’interno di enormi vasche, avviene il processo di rimozione dei contaminanti, organici e inorganici, contenuti dalle acque reflue urbana e industriale. Ogni impianto è costituito da due linee specifiche: la linea acque e la linea fanghi.
Nella linea acque vengono trattati i liquami provenienti dalle fognature e comprende tre stadi: il pretrattamento, un processo di tipo fisico utilizzato per la rimozione da parte delle sostanze organiche sedimentabili contenute nel liquami. In questo stadio rientrano le fasi della grigliatura, della sabbiatura, della sgrassatura e della sedimentazione primaria.
Nel secondo stadio avviene il trattamento ossidativo biologico, ovvero un processo di tipo biologico utilizzato per la rimozione delle sostanze organiche sedimentabili e non sedimentabili contenute nel liquame. Questo stadio comprende le fasi di aerazione e di sedimentazione secondaria.
Infine abbiamo i trattamenti ulteriori, ovvero trattamenti speciali dell’ossidazione biologica per abbattere il contenuto di quelle sostanze che non sono state eliminate durante i primi due trattamenti.
Nella linea fanghi vengono trattati i fanghi durante le fasi di sedimentazione previste nella linea acque. Il fango viene ricircolato nelle vasche e segue una via di smaltimento detta trattamento dei fanghi.
I principali trattamenti dei fanghi sono: Ispessimento, Stabilizzazione biologica, digestione aerobica, digestione anaerobica, Condizionamento, Disidratazione per essiccamento naturale su letti drenanti, Disidratazione per centrifugazione, Disidratazione per filtrazione meccanica.
Dopo queste fasi i fanghi subiscono un ulteriore trattamento per essere smaltiti in agricoltura, attraverso ditte specializzate, che generano costi ancora troppo alti per il gestore idrico, non quanto al passato, ma tali da rappresentare ancora una tra le prime voci di costo del bilancio della Società.
Sotto l’articolo con le domande rivolte ad Acqualatina del collega Marcello Rosario Caliman: