11 agosto 2019: Matteo Salvini su Twitter ribadisce la sua contrarietà a un esecutivo di transizione. “Inciuci, giochetti di palazzo, governi tecnici o di scopo non fermeranno la voglia degli Italiani di un governo finalmente forte, chiaro, libero, per tornare a correre, per l’Italia dei Si. Ci stai???”. Questo è l’appello lanciato dal Ministro degli Interni e leader della Lega in una seconda domenica di agosto. Matteo Salvini ha vanificato tutti i progetti vacanzieri dei parlamentari italiani, dando un’accelerata improvvisa per la crisi di governo e le elezioni anticipate. Ed ecco che in suo aiuto accorre Nicola Zingaretti, segretario nazionale del Partito Democratico.
Perché quest’ultimo è d’accordo con la linea salviniana? È presto detto. Matteo Renzi sta cercando di fare una furbata, trovando una sponda in Peppe Grillo che è ritornato a fare politica per salvare la sua nave che affonda. Salvini gettando la spugna prima di ferragosto sta rovinando i progetti di Matteo Renzi e di Silvio Berlusconi e, nel contempo, condanna all’opposizione senza appello il Movimento 5 Stelle. Vediamo perché. I parlamentari del PD, sia nel Senato della Repubblica che nella Camera dei Deputati, sono stati scelti a suo tempo dal segretario nazionale di allora Matteo Renzi che non ha fatto sconti a nessuno dell’opposizione interna costringendoli a riparare nella lista di sinistra Liberi e Uguali.
Beffarde le sue battute, un esempio: “Fassina chi?” quando era un sottosegretario in carica. Ora sa che Nicola Zingaretti gli restituirà pan per focaccia. Le nuove liste del PD saranno purgate di tutti i suoi fedelissimi, a cominciare dalla Boschi che pretendeva che i ministri prima di firmare qualsiasi cosa la facessero pervenire sulla sua scrivania di sottosegretario alla presidenza del consiglio con Gentiloni. Nel contempo aveva in programma per la stagione autunnale la fondazione di un suo partito di area centrista. L’accelerazione di Salvini rovina i suoi piani ma vanno a fagiolo a Nicola Zingaretti.
Perché? Semplice, nel prossimo parlamento il PD sarà la seconda forza politica italiana dopo aver recuperato su 5 Stelle che dovrà accontentarsi della medaglia di bronzo, al terzo posto. I parlamentari eletti saranno della sua squadra e, inoltre, tempi così brevi non consentiranno a Renzi di fare o di realizzare al meglio il suo partito anche se Zingaretti si augura che se ne vada, ma in modo precipitoso senza “corredo nuziale”. Troppi motivi validi che impediscono a Nicola Zingaretti di sostenere un inciucio parlamentare. Anche nel centrodestra crollano le ambizioni di Silvio Berlusconi. Non ha il tempo di sciogliere Forza Italia e di fare il suo nuovo partito L’Altra Italia e non ha i tempi per danneggiare le ambizioni di Giovanni Toti, sensibile a un’alleanza con Matteo Salvini e la Lega. Ed ora chiede con insistenza alla Lega un accordo elettorale di alleanza prima di andare alle urna. Ma Salvini non è disponibile a cedere neppure un voto ai candidati scelti da Berlusconi, convinto di essere in grado di vincere da solo nei vari collegi elettorali e, quindi, vuole indicare tutti candidati di suo gradimento.
Non può sfuggire anche ai non addetti ai lavori che non ha mai nominato Berlusconi in nessun suo comizio, con il quale è disponibile a fare solo accordi per le Regioni e i Comuni. Quindi in definitiva se andremo a votare nell’ultima o penultima domenica di ottobre prossimo lo si deve solo al fatto che gli interessi di Matteo Salvini e di Nicola Zingaretti collimano.
Possibile l’inciucio? Dovrebbero esserci delle scissioni laceranti in PD e Forza Italia ma i potenziali parlamentari scissionisti renziani sanno bene che hanno poche speranze di essere rieletti in parlamento. Tutte le motivazioni nobili e di servizio al Paese che si stanno professando in queste ore non meritano rispetto. È tutta strategia politica tra l’inciucio e il calcolo elettorale. In definitiva cari elettori e care elettrici siamo già in campagna elettorale. Vinca il migliore (nell’interesse dell’Italia). (1 – continua)