Riceviamo da un appassionato di storia patria Mauro Iannotta quanto segue e integralmente pubblichiamo questa memoria per la valutazione dei nostri lettori: “La Storia, quella con la “S” maiuscola è scritta da Storici, anche qui la “S” maiuscola, che attraverso una continua ricerca di fonti certe, fonti documentate e documentabili, fanno sì che si abbia una conoscenza vera del proprio passato. Gli Storici, specialmente quelli di storia antica sanno benissimo che le continue ricerche possono cambiare totalmente o parzialmente il passato che essi studiano continuamente; dopotutto basta la scoperta di un’epigrafe nuova che costringe a riscrivere un intero periodo storico.
A questi Storici va tutta la mia stima perché non arrivano mai a conclusioni certe ma si pongono sempre dubbi sino a quando non arrivano ad una verità assoluta, Vi sono poi gli storici, questi con la “s” minuscola che si basano solo su fonti incerte, su fonti senza nessun riscontro scientifico ma che a loro sta bene perché questo serve ad ammantare il luogo o la persona di una gloria effimera creata “pro domo sua” e a vantarsi di un qualcosa che se non esiste è perlomeno molto incerto e dubitabile. Questo è il caso della famosa presunta villa di Marco Emilio Scauro, per i più il Caro Emilio, noto corrotto e corruttore del periodo repubblicano dell’antica Roma, questo “esemplare” personaggio fu anche Princeps Senatus e Console (immagino come svolse il suo compito).
Non vi è una prova certa, una prova documentata e documentabile che quelli siano i resti della sua villa, abbiamo solo un elefantino in pietra, i patrizi romani aborrivano la pietra, loro preferivano di gran lunga il marmo, la pietra era per i plebei; elefantino che era uno dei simboli della loro “integerrima” famiglia ma era anche il simbolo dei Metelli ed un po’ di tante altre famiglie patrizie dell’antica Roma; abbiamo poi delle fonti scritte dal Pratilli, Pratilli che fu definito dal Mommsen (per chi non sapesse chi fosse il Mommsen qui stiamo parlando di uno dei più grandi storici e studiosi in assoluto della storia dell’antica Roma ed è tuttora un prezioso punto di riferimento per tutti gli Storici contemporanei) uno dei più grandi mistificatori della storia di Roma che provocò più danni lui che tutte le invasioni barbariche messe insieme, al nostro paesello fu dedicata anche una strada a questo qui, e quindi totalmente inattendibile, il Pratilli scrisse fandonie e mistificò la storia solo per far contenti i suoi mecenati, era pratica comune allora, il mecenate offriva vitto, alloggio e finanziamenti e venivano ricambiati con favolette storiche pro domo loro.
Dopo anni, decenni, finalmente il nostro Comune aveva messo il cartello (foto sopra) in cui si legge che quei resti potrebbero, ripeto potrebbero e non che siano certi, essere attribuiti alla villa del Caro Emilio (foto sotto) e stamattina invece di fianco al cartello vi si trova un cartello, più piccolo ma bello in evidenza (qui i miei complimenti all’autore perchè un cartello più piccolo con poche parole ma belle messe in evidenza attira più attenzione di uno grande con tante parole, bravo veramente bravo a distogliere l’attenzione da un’informazione corretta e concentrarla su un qualcosa d’incerto) in cui si afferma senza alcuna ombra di dubbio che quelli siano i resti della villa del Caro Emilio. Ora quello che mi chiedo io è come sia possibile che vi possano essere due cartelli in palese contraddizione tra loro, da una parte leggiamo: “potrebbe essere attribuita al Console Marco Emilio Scauro” e nell’altro, spuntato così dal niente, si attribuiscono al Console quei resti?
Ci si rende conto che oltre a cadere nel ridicolo si crea confusione nel povero turista che casomai dovesse capitare da quelle parti?
E comunque stando quella rete verde nemmeno si vedono i resti. Il responsabile del turismo sa e sapeva di questa contraddizione?
Il sindaco non ritiene che uno dei due cartelli debba essere tolto?
Ovviamente quello più piccolo per rimanere deve essere accettato solo e soltanto, ripeto solo e soltanto, se vi sono prove certe, inconfutabili, documentate e documentabili che quei resti siano realmente appartenuti al Caro Emilio altrimenti diamo soltanto informazioni false e mistificatorie; e comunque se prove esistono che vengano prima rese note e poi si mettano i cartelli. Ringrazio Mario Vento per le prime due foto, le altre sono prese dal mio archivio”.