Calipso, il punto più profondo del Mediterraneo, è inquinato. Noi tutti amiamo il Mare nostrum, i suoi venti, la sua flora e fauna, il mormorio delle sue acque. Eppure, l’uomo è stato capace di deturpare persino il punto più profondo di questo splendido mare, nel cuore della Fossa Ellenica. L’abisso di Calipso è situato a più di cinquemila metri sotto il livello del mare, a sessanta chilometri dalla costa del Peloponneso.
A condurre l’esperimento nell’abisso Calipso è stato un team di ricerca internazionale, guidato da scienziati del Centro Comune di Ricerca della Commissione Europea di Roma, dell’Istituto francese di ricerca per lo sfruttamento del mare, della Facoltà di Scienze della Terra dell’Università di Barcellona e della società Caladan Oceanic di Dallas, attraverso un sottomarino a due posti, il Limiting Factor. Tanti rifiuti e, soprattutto, tanta plastica. Questo il responso della ricerca.
La domanda da porsi è la seguente: il mare morirà per la nostra incuria? Ormai non possiamo più parlare di forti rischi di inquinamento perché il degrado e l’avvelenamento delle acque marine è una triste realtà. Siamo alla fase successiva. Il problema ora è di trovare delle soluzioni per evitare l’estinzione di molti organismi. Si assiste alla morte di parte della flora e fauna ittica per colpa di scarichi inquinanti e della plastica non degradabile. Un giorno saremo sommersi da questa sostanza se non cambiamo rotta! Questo il monito dei ricercatori e degli scienziati.