I buoni fruttiferi postali sono dei prodotti di investimento finanziario italiani.
Assieme ai libretti di risparmio postale, costituiscono il cosiddetto risparmio postale e si presentano sia nella forma tradizionale cartacea, rappresentati quindi da titoli cartacei, sia nella forma dematerializzata, ovvero come registrazioni contabili di un credito in favore del titolare nei confronti dell’emittente.
I buoni fruttiferi postali sono emessi dalla Cassa Depositi e Prestiti S.p.A. (CDP), società controllata dallo Stato e lo Stato italiano è garante diretto dei buoni emessi.
Sono collocati in esclusiva da Poste Italiane.
Quanto su descritto è la presentazione ufficiale dei Buoni Fruttiferi Postali da parte di Poste Italiane ma da dicembre i vari uffici postali esaurite le loro scorte non sono più in grado di soddisfare nuove emissioni richieste dalla clientela.
Per ora bisogna accontentarsi delle emissioni dematerializzate collegate ai libretti postali.
Ma sono tutta un’altra cosa.
Dall’Unità d’Italia i cittadini hanno affidato i loro risparmi allo Stato Italiano, i buoni postali hanno attraversato i tempi, dal Regno d’Italia alla Repubblica.
Un prodotto preferito sopratutto dai piccoli risparmiatori, da quelli che mettono da parte dallo stipendio o dalla pensione anche solo cinquanta euro.
E ancora i nonni che intestano i buoni postali ai loro nipotini vincolati sino alla loro maggiore età.
Ma tutto ciò da 4 mesi non si può fare.
Chi scrive ha contattato vari uffici postali e la risposta è sempre stata la stessa: non ci fanno sapere nulla.
E stessa risposta dagli operatori del numero verde di Poste Italiane.
Che cosa bolle in pentola?
Poste Italiane sta scivolando su una buccia di banana, sia più trasparente e chiara!
In sostanza più coerente con la sua storia secolare, che era sinonimo di serietà.
Un valore che sta perdendo…purtroppo.