Possibile presenza di listeria nell’insalata iceberg in busta: i marchi coinvolti (sono 19 ad oggi) – Il Ministero della Salute rende noto della possibile presenza di listeria nell’insalata iceberg in busta. Sono stati ritirati molti lotti di diversi marchi (ad oggi sono 19). Questo batterio nei casi più gravi può portare all’insorgenza di meningiti, encefaliti e gravi setticemie.

Possibile presenza di listeria nell’insalata – Tutti i marchi coinvolti

Possibile presenza di listeria nell’insalata iceberg in busta: i marchi coinvolti (sono 19 ad oggi) – I marchi coinvolti ad oggi 13/09/2024 sono: Vivinatura, Tres Bon, Torre in Pietra, Tornese, Sigma, Selex, Polenghi, Ortoromi, Ortofresco pulito, Natura è, Mi Mordi, Latte Francia, Il mio orto, Il Castello, Colline Verdi, Ciro Amadio, Centrale del latte, Alifresh e Foglia Verde Eurospin. Si invitano i lettori a controllare gli aggiornamenti ed i lotti oggetto del richiamo sul sito del Ministero della Salute. Per chi avesse acquistato il prodotto è invitato a riconsegnarlo presso il punto vendita dove è stato acquistato.

Cos’è la listeria. Sintomi

“La listeriosi è un’infezione causata dal batterio Listeria monocytogenes (L. monocytogenes), generalmente dovuta all’ingestione di cibo contaminato e pertanto classificata fra le malattie trasmesse attraverso gli alimenti (tossinfezioni alimentari).

Nonostante evidenze della malattia siano state descritte fin dalla fine dell’800 in diverse specie animali, il batterio fu isolato per la prima volta da Murray nel 1926. Il primo caso umano di listeriosi è stato riportato nel 1929 e il primo caso perinatale nel 1936. Fino al 1960 la listeriosi veniva segnalata raramente mentre, a partire dal 1980, iniziarono a essere segnalati annualmente migliaia di casi in tutto il mondo, a dimostrazione della grande attenzione rivolta a queste infezioni dopo la loro associazione con il consumo di alimenti contaminati.

Nei Paesi occidentali la listeriosi rappresenta un problema di sanità pubblica sempre più importante. Seppur meno frequente rispetto ad altre zoonosi (es. salmonellosi e campylobacteriosi), la malattia può manifestarsi con quadri clinici severi e tassi di mortalità elevati, soprattutto in soggetti fragili quali anziani, donne in gravidanza, neonati e adulti immuno-compromessi.

Listeria monocytogenes è un batterio patogeno Gram-positivo, non sporigeno e mobile, ubiquitario, ampiamente diffuso nell’ambiente, nel suolo, nell’acqua e nella vegetazione. La sua capacità di crescere e riprodursi a temperature molto variabili (da temperature di refrigerazione sino a 45°C), nonché la sua capacità di tollerare ambienti salati e pH acidi lo rendono un batterio molto resistente a varie condizioni ambientali, incluse quelle che si hanno nella produzione e nella lavorazione degli alimenti. In condizioni favorevoli, L. monocytogenes può crescere nell’alimento contaminato fino a raggiungere concentrazioni tali da causare un’infezione nell’uomo. Per queste sue caratteristiche, L. monocytogenes rappresenta un pericolo per i prodotti pronti al consumo (chiamati ready-to-eat – RTE) e i prodotti con una lunga vita commerciale (shelf-life) mantenuti a temperature di refrigerazione.

Gli alimenti principalmente associati alla listeriosi comprendono: pesce affumicato (es. salmone), prodotti a base di carne (paté di carne, hot dog, carni fredde tipiche delle gastronomie), formaggi a pasta molle, formaggi erborinati, formaggi poco stagionati; vegetali preconfezionati e latte non pastorizzato.

Poiché L. monocytogenes è considerato un contaminante di filiera, un’adeguata gestione dei processi e degli ambienti produttivi, nonché la corretta manipolazione degli alimenti, rappresentano i cardini della strategia di controllo a tutela della salute pubblica.

Sintomi – La listeriosi può assumere diverse forme cliniche, dalla gastroenterite acuta febbrile più tipica delle tossinfezioni alimentari, che si manifesta nel giro di poche ore dall’ingestione (è in genere autolimitante nei soggetti sani), a quella invasiva o sistemica, che nei casi più gravi può portare all’insorgenza di meningiti, encefaliti e gravi setticemie. Nelle forme sistemiche l’incubazione può protrarsi anche fino a 70 giorni. Nelle donne in gravidanza la listeriosi può provocare aborto, morte in utero del feto, parto prematuro e infezioni neonatali. La listeriosi può verificarsi in ogni momento della gravidanza ma è stata più frequentemente documentata durante il terzo trimestre. La listeriosi è causa di malattia grave, associata a un elevato tasso di ospedalizzazione e decessi.

Alcuni dati – Con 1876 casi notificati, nel 2020 la listeriosi è stata la quinta zoonosi maggiormente riferita nell’Unione europea e ha interessato principalmente persone ultra 64enni. I dati dell’ultimo rapporto sulle zoonosi redatto da EFSA ed ECDC confermano che, in Europa, la Listeriosi è tra le zoonosi caratterizzate da esiti più gravi, sia in termini di ricoveri ospedalieri che in termini di decessi.” Lo rende noto l’Istituto Superiore di Sanità.