Pesce scorpione – Già nel 2016 in Italia e in particolare in Sicilia fu segnalata la prima presenza di questo pesce “alieno”. Nel 2018 fu segnalato dalla Calabria. In questo ultimo bimestre nelle acque del mar di Crotone. Pescatori e subacquei ne hanno segnalato la presenza. La caratteristica di questo pesce è la colorazione che cattura l’attenzione. Particolarmente bello alla vista, nasconde un’insidia. E’ dotato di aculei sottili e velenosi che possono rivelarsi letali per l’uomo. Per questo motivo gli avvistamenti del pesce scorpione devono essere prontamente segnalati al Cnr oppure all’Ispra (Istituto superiore per la ricerca e la protezione ambientale) o all’Ente Fauna Marina Mediterranea che negli ultimi anni ha gestito il progetto “AlienFish”. La caratteristica biologica di questo pesce è l’adattabilità ambientale, l’invasività e la velocità riproduttiva.

Pesce scorpione – Le sue carni sono considerate prelibate nei contesti gastronomici esteri tuttavia per arrivare alla sua carne è necessario fare molta attenzione agli aculei. Il rischio è alto se non si conosce come procedere. Il professor Adriano Madonna, biologo marino, ricercatore e autore di articoli, testi e pubblicazioni scientifiche nonché dirigente universitario del dipartimento di Biologia della Federico II di Napoli e docente di Scienze Ambientali all’Istituto G. Caboto di Gaeta, durante il MedFestival nel 2019, in una delle sue avvincenti conferenze, si espresse in merito alla “tropicalizzazione delle acque” prefigurando ai presenti che tipo di flora e fauna si sarebbe andata a configurare negli anni, a causa delle variazioni climatiche. Non solo l’aumento della temperatura delle acque ma anche la sua opacizzazione intesa come diminuzione della trasparenza, dovuta alla variazione dell’omeostasi dell’ ambiente marino.

Pesce scorpione – Un esempio su tutti, la graduale riduzione della Posidonia oceanica, pianta acquatica endemica, importante ecosistema per la sopravvivenza di molti organismi marini, oltre ad essere fonte di ossigeno e glucosio. Un organismo autoctono fra i più importanti del Mediterraneo. Descrisse una serie di pesci e meduse che sono altamente pericolose per l’essere umano. Anche il professor Ernesto Azzurro, ricercatore dell’Istituto per le risorse biologiche e le biotecnologie marine del Cnr esprime ai media il suo parere professionale: “Non parlerei di rischio per i bagnanti. A stare attenti dovrebbero essere soprattutto i sub e i pescatori quando tirano su le reti”. Parlando poi del surriscaldamento delle acque lancia un avvertimento: “Il Mediterraneo si sta riscaldando di 0,11 gradi ogni decade. Sembra poco, in realtà è tantissimo.

Pesce scorpione – Un valore così già basta a provocare morìe di massa tra i pesci tradizionali e a portare da noi specie con affinità tropicale”. Azzurro aggiunge che il veleno del pesce scorpione rimane attivo anche uno o due giorni dopo la morte dell’esemplare che, quindi, non va toccato in nessun caso. “Attenti a quei 4!” è una iniziativa realizzata dall’ISPRA e dall’Istituto per le risorse biologiche e biotecnologiche marine del Cnr. Questo progetto cerca di formare la cittadinanza non solo a riconoscere i quattro pesci tropicali alieni che possono abitare le nostre acque, ma anche a dare segnalazione agli enti competenti quando questi vengono avvistati. Negli ultimi tempi oltre al pesce scorpione, infatti, sono arrivati nel Mediterraneo dal Canale di Suez altre tre specie estranee che sono: il pesce palla maculato, il pesce coniglio scuro e il pesce coniglio striato.