Il C.I.S.A.F. (Comitato per l’Incolumità Stradale degli Abitanti di Formia) con i leader Gaetano Antonio Quercia (già assessore alla viabilità della città di Formia) e Gaetano Merenna ( già consigliere comunale della città di Formia) in una nota stampa inoltrano la lettera indirizzata all’Onorevole Trano:
“La vicenda della c.d. Pedemontana di Formia emblematicamente s’iscrive a pieno titolo a quanto di peggio si sia potuto assistere tra le nefandezze d’insipienza politica e di sperperi degli ultimi sessant’anni della storia viaria italiana.
Ma da dove nasce e in cosa si sostanzia questa scandalosa storia?
In premessa va segnalato che la città di Formia è il centro della confluenza delle due direttrici di traffico indispensabili che polarizzano il Sud Pontino; è, in sostanza, infatti:
1) cerniera di congiunzione della Campania con tutto il litorale tirrenico laziale e
2) punto di confluenza tra l’Abruzzo, per il tramite della Ciociaria, il Lazio e la Campania.
Purtroppo, ad inizio anni sessanta, gli amministratori dell’epoca, in preda ad un’assurda cecità politica, invece di avere la lungimiranza di prevedere il superamento della città alle pendici dei declivi Aurunci, inflissero una ferita mortale alla città con l’attraversamento sul litorale cittadino della costruenda strada veloce Flacca, giudicando questo transito veicolare commercialmente ed elettoralmente più proficuo.
Cosicchè,da allora a tutt’oggi, il centro della città di Formia subisce, oltre ad un pesantissimo tributo di morti e gravi incidenti, una vera e propria servitù di passaggio quotidiano a causa delle miglialia di autoveicoli e delle migliaia di mezzi pesanti che dalla Campania e dall’Abruzzo sono diretti verso il porto commerciale di Gaeta, il centro ortofrutticolo di livello internazionale di Fondi e, addirittura pur di evitare il pedaggio autostradale, verso Roma e il porto di Civitavecchia e che in senso contrario di marcia da Fondi, Itri e Gaeta sono diretti specialmente verso Napoli,Salerno, Gioia Tauro.
Come ovvia conseguenza di questo traffico, che specie d’estate diventa infernale al punto che per un attraversamento di un paio di chilometri s’impiega oltre un’ora, il manto stradale si riduce periodicamente in autentico colabrodo e i viadotti cittadini versano tutti in uno stato di notevole criticità.
Nel dettaglio,di questi viadotti uno,ormai diventato quasi a tempo indeterminato, è stato interdetto alla circolazione veicolare, mentre un altro ha i piloni talmente compromessi al punto di essere da mesi con ordinanza oggetto di restringimento di carreggiata, limitazione di velocità e divieto di transito a veicoli con massa a pieno carico superiore a 44 tonnellate.
Ebbene, nonostante quanto fin qui in premessa illustrato, è una sofferenza dover rilevare che questa storia è stata ed è a tutt’oggi costellata soltanto da infiniti, inconcludenti interventi politici, falliti studi e continue progettazioni, costosi espropri con successivi repentini annullamenti, confusionarie commistioni di competenze e rimpalli di responsabilità.
Di conseguenza, malgrado le affannose ricerche di questo Comitato e delle specifiche richieste di accesso agli atti a firma dell’on. dr. Raffaele Trano ad Anas del 19/11/2020 (ALLEGATO 1- RICHIESTA ) e sollecito del 13/01/2020 ( ALLEGATO 2: SOLLECITO ) ad oggi non si è stati ancora in grado di ricostruire compiutamente tutti i vari passaggi tecnici, né tantomeno l’importo complessivo inutilmente bruciato a spese della collettività dall’inizio di questa “telenovela”, né ancora di conoscere dettagliatamente il contenuto dei seguenti documenti inerenti:
1-le delibere e le determinazioni di Anas e Regione Lazio dall’inizio del pasticciaccio ad oggi;
2-gli studi di fattibilità e gli incarichi progettuali effettuati con allegate le relative liquidazioni;
3-l’approvazione con le eventuali liquidazioni di tutti i progetti preliminari, definitivi ed esecutivi;
4-i bandi delle gare di appalto espletate con la descrizione dei lavori eseguiti e liquidati, come da capitolato generale d’appalto.
Tralasciando quanto avvenuto in precedenza per mancanza di documenti ufficiali, ad oggi quasi del tutto non forniti (si dovranno,infatti, verificare gli sperperi precedenti e, solo per esempio, il c.d. progetto governatorato Badaloni, avviato anche con procedura espropriativa parzialmente eseguita e miseramente interrotta), va in questa sede sottolineato che, nonostante le lacunose informazioni forniteci, la Pedemontana dal 30/09/2008 era stata già oggetto di una convenzione tra Anas e Regione Lazio.
Convenzione in base alla quale la Regione avrebbe provveduto alla redazione del progetto definitivo con un dispendio economico di 3 milioni di euro, mentre Anas avrebbe provveduto all’iter autorizzativo con una contribuzione fino ad un massimo di 2 milioni di euro.
Di questi complessivi 5 milioni di euro, già sono stati liquidati alla regione 2,4 milioni per le attività di progettazione e all’ATI oltre 1,341 milioni di euro per indagini,prove e monitoraggi per una faraonica Pedemontana di ben 760 milioni di euro che il CIPE non ha mai approvato, stante le ingenti e necessarie risorse richieste…
Successivamente, il comune di Formia nel 2014, al fine di contenere gli esorbitanti costi di quel irrealizzabile progetto, propose una riduzione di lunghezza viaria economicamente e tecnicamente più sostenibile, da 11 km. iniziali a k.m.7,9. Tale richiesta fu recepita come intervento Anas e fu poi successivamente inserita nell’ambito del contratto di programma 2016-2020 tra Anas e Ministero delle infrastrutture e trasporti.
Tuttavia, soltanto, nell’aggiornamento del contratto Anas-Regione del 2019 con approvazione CIPE fu finalmente previsto che il costo dell’opera ridimensionata risultasse di 172 milioni (di cui già finanziati 79,25 milioni e già inutilmente spesi 3,741 milioni come in precedenza illustrato), quindi con un ulteriore fabbisogno residuo di 92,74 milioni di euro.
Per concludere dal punto di vista tecnico ed arrivare allo stato attuale, l’Anas soltanto in data 6 agosto 2020 ha stipulato il contratto quadro con il progettista aggiudicatario e non ci è ancora dato sapere se si sia proceduto anche alla stipula del contratto applicativo.
Inoltre, stante sempre alle conclusioni Anas, questa progettazione dovrà essere ancora implementata da uno studio preliminare ambientale, da uno studio per la valutazione dell’interesse archeologico, da controlli di sicurezza e da autorizzazioni e pareri tecnici,urbanistici ed ambientali con una previsione di “appaltabilità al 2024…”
Per completezza espositiva dal punto di vista politico-amministrativo, giova precisare che nell’atto d’indirizzo delle priorità progettuali della Regione Lazio (NEXT GENERATION LAZIO) deliberazione n.61 del 05/11/2020 spiccava l’assenza della Pedemontana. Detta opera solo successivamente è stata inserita ( senza aumento di spesa ??) con emendamento nel documento di economia e finanza regionale 2021 (anni 2021/23) tra le pieghe della c.d. “Trasversale Lazio Sud Tirreno-Adriatica”. Quest’ultima opera, già inizialmente inserita nel NEX GENERATION LAZIO, prevede un costo complessivo stimato in un miliardo di euro ed era.
Purtroppo, però, nel bollettino ufficiale della Regione Lazio N.1 suppl.1 pag.114 e 959 del 05/01/2021 la Pedemontana viene catalogata soltanto come intervento desiderabile in uno scenario di lungo periodo al 2040.
Pertanto, alla luce delle considerazioni svolte, si ritiene indispensabile rilanciare in ogni possibile,qualificata direzione a tutela del pubblico interesse i seguenti, irrisolti interrogativi:
1-Quanto è stato complessivamente speso inutilmente dagli anni ottanta ad oggi, visto che già in maniera approssimativa lo sperpero di denaro pubblico si aggira a svariati milioni di euro, vista la mancata risposta al sollecito del 13/01/2021 dell’on.Trano?
2-Dove sono finite le delibere e le determine adottate, visto il rimpallo tra gli archivi della Regione Lazio e dell’Anas?
3-Quanti inutili progetti ad oggi sono stati redatti e miseramente cestinati?
4-Quali progettisti sono stati in questi decenni incaricati e con che compensi sono stati liquidati?
5-Quante sono state le gare d’appalto espletate per i successivi lavori eseguiti e liquidati?
6-A quanto ammontano i costi per gli espropri sostenuti subito dopo il governatorato Badaloni e in che modo fu tacitata la ditta appaltatrice, dopo la revoca per l’esecuzione lavori?
7-Chi sono stati i beneficiari delle spese effettuate per progettazione, indagini,prove e monitoraggi per un importo di 3,741 milioni di euro come da Convenzione Anas-Regione 2008?
8-Perché in data 07/11/2013 alla scadenza del vincolo espropriativo a tutela della fattibilità progettuale dell’opera, lo stesso non fu riconfermato dal comune di Formia?
9-Ci sono ancora nel 2021 da saldare parcelle per il restante 20% ( ovvero 600 mila euro) come da convenzione Anas-Regione del lontano 2008?
Tutto ciò considerato, questo Comitato, ad eventuale richiesta, metterà rapidamente a Vs. disposizione tutta la documentazione reperita nel corso degli anni ed ancora allo stesso modo, al fine di rendere esaustivamente edotto ogni Vs. interlocutore sugli aspetti tecnici e/o amministrativi, agli stessi si è disponibili ad affiancare in veste tecnica l’arch. Davide Di Cola.
Un’ultima amara considerazione finale: è possibile continuare a sopportare che l’intero sud pontino e, in particolare, la città di Formia siano stati tanto turlupinati e continuano ad esserlo ancora oggi peggio del Decio Cavallo di decurtisiana memoria ?
Ringraziando anticipatamente per l’eventuale interesse al nostro disperato grido di attenzione, con l’occasione porgiamo i nostri più deferenti saluti.“