Infatti, durante le ispezioni dei camion che arrivavano in Italia, alla ricerca di prodotti che, falsamente, riportavano la provenienza italiana, attività alla quale ha partecipato anche una delegazione della Coldiretti Caserta, guidata dal presidente Enrico Amico e dal direttore Giuseppe Miselli, sono stati diversi i camion che, al loro interno, avevano alimenti storicamente prodotti nel nostro paese, ma che, invece, di italiano non avevano nulla.
Dall’inquietante pomodoro San Marzano proveniente dall’Olanda, alla carne di maiale congelata e alla ricotta fresca che arriva dal Nord Europa, fino ad arrivare addirittura al pane di Altamura prodotto in Repubblica Ceca e destinato proprio alla nota località pugliese celebre per il suo pane dop.
Nella due giorni sono stati quasi cento i tir e le autobotti aperti alla presenza degli iscritti Coldiretti, con il supporto della Guardia di Finanza, dei Carabinieri dei NAS, ma anche della Polizia e dei Vigili del fuoco.
“L’idea che prodotti legati a Caserta e alla sua storia possano provenire da chissà quale posto in giro per il continente e non solo ha reso necessario l’operazione al Brennero“, ha spiegato il direttore della federazione di Caserta di Coldiretti, Giuseppe Miselli.
“Con la mobilitazione al confine è partita anche una grande raccolta firme – ha aggiunto il presidente Enrico Amico – e vogliamo arrivare a un milione di sottoscrizione per spingere l’Europa rispetto a una maggiore trasparenza sui prodotti e sulle importazioni sleali“.
Come anticipato dal presidente Amico, infatti, Coldiretti sta lavorando ad una proposta di legge europea di iniziativa popolare che porti a estendere l’indicazione dell’origine in etichetta su tutti i prodotti in commercio nell’Unione Europea.
Ma la richiesta è anche di imporre un netto stop alle importazioni sleali di cibo prodotto secondo modalità vietate in Italia e in Europa, dall’uso di sostanze vietate, allo sfruttamento del lavoro e dell’ambiente. La madre di tutte le battaglie della Coldiretti a Bruxelles è però l’abolizione del concetto di ultima trasformazione sostanziale per gli alimenti, quello che tecnicamente si chiama codice doganale. “Non è possibile che si spacci per italiano un cibo che non è stato coltivato o allevato in Italia“, ha chiarito a gran voce il direttore Miselli.
Coldiretti Caserta è già attiva per pubblicizzare e spingere questa importante proposta. La mobilitazione potrà essere sostenuta firmando in tutti i mercati contadini di Campagna Amica e negli uffici Coldiretti e sarà promossa anche sui social media con l’hashtag #nofakeinitaly.