Il Coronavirus non sta causando soltanto una drammatica crisi sanitaria, ma sta mettendo in ginocchio il Paese anche da un punto di vista economico. Migliaia sono le attività commerciali ferme. Chiudono le saracinesche scuole, teatri, bar e negozi fino al 3 aprile 2020. E ci si domanda come molte attività riusciranno a pagare il fitto dei locali o gli introiti dovuti allo Stato. Mentre ci sono lavoratori autonomi impossibilitati a svolgere il proprio mestiere o professione che vedono sfumare i propri guadagni.
LE ATTIVITÀ COMMERCIALI AUTORIZZATE DAL DPCM A RESTARE APERTE
Sono poche le attività commerciali che il governo, con il Dpcm del 11/03/2020, autorizza a restare aperte, ovviamente si tratta di esercizi che si occupano della vendita di prodotti e beni di prima necessità. Dunque stiamo parlando di alimentari, supermercati, centri commerciali, tabaccherie, distributori di benzina e farmacie. E’ sempre consentito l’e-commerce, cosi come le vendite per corrispondenza. Ma a farne le spese sono i corrieri obbligati a lavorare. Infine il Governo ha dettato misure rigide anche per gli esercenti rimasti aperti, i quali sono tenuti a far rispettare le distanze tra i clienti e ad utilizzare guanti, mascherine e igienizzanti.
L’ALIMENTARI “DA ROSETTA” A MINTURNO
Tra le poche attività rimaste aperte nel Comune di Minturno, l’alimentari “Da Rosetta” in piazza Annunziata (sotto casa mia, ndr). Titolari dell’attività a conduzione familiare Barbara Papa, insieme a suo marito e sua figlia.
Barbara, quali sono le misure che state adottando dal 11 marzo 2020?
“Noi commercianti siamo obbligati ad usare mascherine, guanti e utilizzare gel igienizzanti. Inoltre siamo obbligati a far rispettare l’obbligo di far mantenere la distanza di almeno un metro tra le persone in fila. Infine siamo obbligati a far entrare 1/2 persone per volta per evitare assembramenti. Il nostro alimentari è piccolo dunque per noi è stato facile rispettare e far rispettare queste regole ai nostri clienti. Le mascherine le utilizziamo ma non ci sono più. Abbiamo attivato anche un servizio a domicilio a sostegno delle persone più fragili, ovviamente siamo preoccupati per la nostra salute, anche noi abbiamo una famiglia a casa”.
Quali sono i beni più acquistati dai vostri clienti in questi giorni?
“Le persone stanno acquistando, per quanto riguarda i generi alimentari, casse d’acqua, pasta, farina e lievito”.
Di quanto, in percentuale, sono calati i vostri incassi?
“Più o meno abbiamo avuto un calo del 40-45% e dobbiamo ritenerci fortunati perché comunque siamo aperti. Non vorrei mettermi nei panni di quelle attività che sono chiuse. Per il momento lo Stato ha bloccato i pagamenti di questo mese ma dovremmo comunque pagarli”.
IL DECRETO “CURA ITALIA”
Il 17 marzo il Consiglio dei ministri con il Decreto “Cura Italia” ha sbloccato 25 miliardi di euro e dato il via libera al pacchetto di strumenti per fronteggiare la crisi del cuore produttivo italiano, intervenendo su 5 punti: imprese, famiglie, sanità e lavoro, compreso quello autonomo, degli stagionali, e nel trasporto aereo. Speriamo che queste misure basteranno per far ripartire l’Italia.