I dati previsionali sul 2023, secondo quanto emerge dall’ultimo report della Cgia di Mestre, sulla base di una elaborazione dei dati Istat, sono allarmanti: aumenta del 6,2 per cento il numero delle persone in stato di disoccupazione nel Lazio, 3 le provincie laziali più colpite
dalla crisi del mercato del lavoro: Roma, Frosinone e Latina. In particolare per la provincia di Latina, per il 2023, si prevede un aumento del +12,8 per cento di disoccupati, circa 3.160 persone senza lavoro. Sempre secondo lo studio, più a rischio sono i comparti manifatturieri, dei trasporti, della filiera automobilistica e dell’edilizia. Contestualmente i dati parziali del 2022 dell’Osservatorio sul precariato Inps disegnano un mercato del lavoro meno stabile, i nuovi contratti a tempo indeterminato attivati non arrivano al 18 per cento del totale e un terzo dei quali sono part time. Nei primi 6 mesi del 2022, a fronte di 255 mila contratti a tempo determinato attivati, si sono registrate 200mila cessazioni.
“Quello che emerge – afferma la Cgia di Mestre – è un mercato del lavoro stagnante e che vive, contemporaneamente, gli effetti di quattro crisi profonde: la pandemia, il carovita, la guerra in Europa e i costi dei servizi energetici. Una miscela esplosiva, che mette a rischio la stabilità economica delle famiglie. In un contesto del genere servirebbero politiche industriali e di sviluppo importanti, che guardino alla transizione ecologica e alla creazione di occupazione sicura, stabile e di qualità. Di questi interventi non c’è traccia nell’attuale manovra di bilancio del Governo, che anzi reintroduce i voucher in filiere centrali del sistema produttivo ed economico regionale, determinando una fuoriuscita importante dal lavoro dipendente verso il lavoro accessorio, più precario e meno tutelato e che dunque non mette in campo misure concrete di sostegno ai redditi.