L’Assemblea delle donne e delle libere soggettività dei Consultori del Sud Pontino pone l’accento sui Servizi sanitari garantiti nel territorio pontino, denunciando, in particolare, la grave situazione in cui si trovano i Consultori familiari costretti ad erogare servizi, come ad esempio quello ginecologico/ostetrico scarso o carente e, addirittura, in alcune zone completamente assente. E scrivono: “Ci siamo costituite in Assemblea permanente territoriale per dare voce ad una battaglia per il diritto alla salute e per la difesa degli spazi a questo dedicati che sono stati progressivamente smantellati e impoveriti nei mezzi e nelle funzioni. Torniamo sull’argomento dei Consultori del Sud Pontino perché la richiesta della presenza continuativa del servizio ginecologico/ostetrico non è un capriccio, è parte integrante e fondante della finalità di PREVENZIONE territoriale che per legge i Consultori familiari dovrebbero attuare nella misura di 1 ogni 20.000 abitanti. Il Consultorio familiare e in particolare il servizio ginecologico-ostetrico, si differenzia dagli ambulatori ospedalieri perché garantisce accesso libero e gratuito alle donne di qualsiasi età e garantisce l’offerta attiva di un percorso di accompagnamento attraverso consulenze, assistenza e cura della salute sessuale e riproduttiva che dovrebbe essere esteso anche alle libere soggettività non binarie”.
“Tutto questo – sottolineano – nel nostro territorio continua a non essere garantito. I dirigenti Asl hanno risposto all’emergenza segnalata all’inizio di settembre, mettendo “una pezza” per scongiurare il prolungarsi dell’interruzione del servizio, (già sospeso per un intero mese). Come? Attingendo dall’organico dell’ospedale di Formia, già in conclamata sofferenza, e dirottando una ginecologa, l’unica disponibile a prestare servizio nel territorio, per una mattina a settimana in un solo Consultorio, quello di Gaeta. Molte utenti in questo periodo hanno segnalato l’enorme difficoltà a prenotare una visita in consultorio tramite appuntamento telefonico e hanno confermato che non risultano attivi altri servizi ginecologici se non presso l’ex ospedale di Gaeta e, per il mese di ottobre, solamente la mattina del giovedì”.
“Davvero poco per un territorio vasto come quello del Distretto 5 in cui le donne continuano la loro corsa ad ostacoli per trovare soluzioni (spesso onerose) per garantirsi il diritto alla salute e se non riescono a recarsi al Consultorio di Gaeta il giovedì mattina devono ricorrere a prestazioni ospedaliere con lunghe file d’attesa, o peggio, tramite accesso al pronto soccorso. Unico aggiornamento positivo è la ripresa del servizio degli screening del carcinoma uterino e mammario, tramite il numero verde regionale 80006556.
“Per il resto del Sud Pontino – continuano a scrivere – si rispecchia la stessa situazione anche nell’altrettanto vasto Distretto 4, dove mancano totalmente ginecologhe dedicate ai Consultori e dove gli unici Consultori presenti si trovano all’interno degli ospedali di Fondi e di Terracina. Un’altra aberrazione del sistema socio-sanitario della nostra provincia. Mai come in questo periodo è di fondamentale importanza investire in termini di prevenzione e di salute sociale proprio attraverso i Consultori che devono essere riqualificati e rilanciati capillarmente in ogni territorio: vanno riaperti i Consultori di Formia e di Itri, vanno riattivati i presidi consultoriali di Minturno e SS.Cosma e Damiano, vanno implementati i Consultori del Distretto Fondi-Terracina. Ogni Consultorio deve essere aperto tutti i giorni e almeno due pomeriggi a settimana, ogni Consultorio deve garantire tutti i servizi previsti con una propria equipe, ogni Consultorio deve essere dotato della strumentazione necessaria, come l’ecografo, ogni Consultorio deve garantire la continuità assistenziale con l’ospedale di riferimento pur restando una struttura autonoma. Non lo diciamo noi, lo prevede la legge. Sul fronte delle assunzioni il 13 ottobre scorso l’Asl di Latina ha pubblicato un “avviso di selezione pubblica per il conferimento di incarichi libero professionali” destinati all’assunzione di medici specialisti in ginecologia/ostetricia, con Partita Iva a 50€ l’ora per 40 ore settimanali. Sappiamo che è consuetudine ricorrere a Liberi Professionisti per sopperire alla carenza di personale nel servizio pubblico, ma a che prezzo?! Per gli psicologi assunti a Partita Iva l’Asl di Latina in sei mesi ha sborsato 185.000 euro”.
“Auspichiamo – concludono – che dopo la stabilizzazione dei medici precari, i concorsi indetti nei prossimi mesi dal Sistema Sanitario della Regione Lazio (pediatri, ginecologi e psicologi) possano garantire la copertura di tutti i posti vacanti a partire dalla riqualificazione dei Consultori. Nel frattempo come Assemblea continueremo a monitorare e ad informare l’utenza sui servizi attivi invitando ad agire per rivendicare il diritto alla salute segnalando puntualmente ogni criticità”.