Le dichiarazioni del Commissario straordinario della Camera di Commercio di Latina Mauro Zappia
In questi giorni di lockdown, la Camera di Commercio di Latina ha continuato a svolgere, con diverse modalità organizzative interne, le proprie funzioni, proseguendo ad erogare numerosi servizi, attraverso un unico centro dati e un unico sistema
operativo di back office, di piattaforme e di front end, con uno sguardo anche a quello che servirà all’economia per rilanciare le attività economiche, superato l’attuale momento critico.
Le Camere, che sono tra le istituzioni pubbliche che più hanno spinto sul digitale, sentono come un impegno prioritario, attraverso i Punti Impresa Digitale (Pid), aiutare le piccole imprese ad organizzarsi telematicamente, supportandole ad avvicinarsi alle tecnologie 4.0 essenziali per operare da remoto e consentire, dunque, un maggior distanziamento sociale, senza perdere l’operatività.
Dal Registro Imprese, agli sportelli per le attività produttive (SUAP), al cassetto digitale è continuata l’erogazione di tutti i servizi anagrafico certificativi per l’intero approntando anche innovative modalità di fruizione come per il rilascio dei dispositivi di firma digitale DNA wireless attraverso una procedura totalmente on line con consegna a domicilio; il sistema camerale, altresì, è stato chiamato dal Ministero dello Sviluppo Economico a rilasciare alle imprese operanti con l’estero dichiarazioni in lingua inglese attestanti le cause di forza maggiore dovute alla pandemia, documentazione necessaria per far fronte all’inadempimento delle obbligazioni relative ai contratti di fornitura in essere.
La Camera di Commercio è tuttora parte attiva presso la Prefettura, oltre che per rappresentare l’attuale scenario economico-imprenditoriale del territorio, anche nell’ambito delle procedure autorizzative che, in deroga al Decreto del 22 marzo u.s. il cosiddetto “Chiudi Italia”, hanno permesso a molte aziende di filiere o interconnesse di poter dare continuità alla propria attività, nonché presso la Regione Lazio nella predisposizione delle linee guida necessarie per l’avvio della Fase 2, con l’obiettivo di fornire indicazioni che serviranno ad accompagnare il ritorno alla normalità.
Relativamente alle misure di sostegno alle imprese, nell’ambito regionale attraverso l’Unioncamere Lazio, si stanno definendo stanziamenti guardando alle esigenze del sistema imprenditoriale locale in funzione della complessa ripresa delle attività, una
volta adottate dagli enti competenti le linee guida della cd. fase 2.
«Anche in questa fase così delicata, la Camera di Commercio di Latina, nell’attesa del previsto accorpamento con la consorella di Frosinone, è al supporto delle imprese – spiega il Commissario straordinario dell’ente di via Umberto I, Mauro Zappia – e quando progressivamente lasceremo alle spalle l’emergenza coronavirus, si potrà guardare al futuro con più serenità. L’Ente che rappresento, in sinergia con il sistema associativo, non farà certamente mancare il proprio concreto sostegno al sistema alle imprese della provincia di Latina per ritornare ad essere più competitive di prima”.
Secondo i dati forniti da Unioncamere relativi ai primi tre mesi del 2020 si è riscontrato in Italia un calo di quasi 30mila imprese (21mila lo erano state nel 2019). Il bilancio della nati-mortalità delle imprese a livello nazionale tra gennaio e marzo di quest’anno risente delle restrizioni seguite all’emergenza Covid-19 e rappresenta il saldo peggiore degli ultimi 7 anni, rispetto allo stesso arco temporale. Si tratta di un dato che evidentemente si riflette anche a livello territoriale e settoriale.
Gli effetti conseguenti allo stato di eccezionalità in cui l’economia reale si sta muovendo appesantiscono il risultato di un bilancio che nei primi tre mesi dell’anno chiude sempre in rosso per effetto delle chiusure comunicate sul finire dell’anno precedente.
Dunque, a marzo 2020, su scala nazionale, alle 96mila e 600 le iscrizioni, pari ad un tasso di natalità in deciso contenimento rispetto ai valori targati 2019 (1,59%, a fronte del +1,88% dell’analogo periodo dell’anno precedente), si sottraggono nei primi tre mesi circa 127mila unità, per un indice di mortalità che risulta in contenimento al 2,08% (rispetto al 2,23% riferito al I trimestre 2018). La sintesi di tali dinamiche certifica una decisa decrescita dello stock complessivo delle imprese, che si conta in una contrazione demografica dello 0,50%.
Il comparto Artigiano in apertura d’anno registra una ulteriore sottrazione di 11mila unità, in peggioramento rispetto all’analogo periodo del 2018 (-10.473 il saldo).
Il dato riferito al Lazio mostra complessivamente una leggera decrescita, determinata dalla stazionarietà capitolina, la cui dimensione dei flussi decide dei valori regionali; diversamente, le altre realtà provinciali mostrano il deciso peggioramento del tasso di crescita, il cui fattore comune è il netto calo delle iscrizioni connesso alle attuali incertezze economiche connesse all’emergenza sanitaria.
Per quanto riguarda la provincia di Latina a fine marzo risultano 57.268 imprese registrate; la trimestrale di apertura d’anno restituisce una sottrazione di 239 unità, all’esito di un calo delle iscrizioni di circa ¼ rispetto all’analogo periodo del 2019 e che risulta ai minimi in serie storica, replicando quanto emerso su scala nazionale. Il dato di riepilogo alla fine del mese di marzo 2020 relativo alla provincia di Latina, viene fornito disaggregato per settori economici ed elaborato sulla base del criterio di classificazione delle attività imprenditoriali ATECO 2007:
Di seguito si riportano, inoltre, i dati amministrativi di fonte Registro Imprese elaborati esclusivamente a fini statistici dalla Camera di Commercio di Roma con riferimento alla disaggregazione delle localizzazioni risultanti dalla banca dati camerale in funzione dei codici Istat (Ateco 2007) individuati dai decreti governativi quali attività produttive cui è consentita l’operatività. Si precisa, dunque, che i dati di seguito esposti considerano la sola “delimitazione normativa” definita dai confini statistici dei suddetti codici di attività. Ammontano a 38mila le imprese in provincia di Latina, presso le quali risultano 112mila dipendenti, che sono autorizzate ad operare in base ai decreti del Governo anti-coronavirus; in termini relativi si tratta del 55% delle localizzazioni (sedi e unità locali) e del 69% degli addetti.
graf.1 – Percentuale localizzazioni consentite e relativi addetti a Latina e nel Lazio