Neanche la gravità per la diffusione, a livello globale, dell’infezione da SARS-CoV-2, causata dalla pandemia da COVID-19 attualmente in corso, ha fermato i pescatori di frodo. Infatti, nella notte scorsa, militari della Stazione Navale della Guardia di Finanza, coordinati dal Reparto Operativo Aeronavale di Civitavecchia, hanno condotto l’ennesima attività di contrasto al bracconaggio ittico, impedendo ad un pescatore di frodo di origine pugliese, colto in flagranza sul litorale di Santa Marinella, di portare a termine una vera e propria “razzia” di ricci di mare. Il prezioso echinoderma, considerato “risorsa biologica” di fondamentale importanza per la salute del mare, grazie alla elevata capacità filtrante, sta progressivamente sparendo dai nostri litorali a causa della pesca indiscriminata, con il rischio di compromettere inevitabilmente il delicatissimo ecosistema marino.
I militari di pattuglia, dopo un accurato appostamento in un tratto di costa sul litorale di Santa Marinella (RM), peraltro già precedentemente interessato a tali fenomeni di illegalità, hanno individuato un pescatore di frodo che, approfittando delle buone condizioni meteo, si era immerso nell’intento di depredare dai fondali marini il prezioso echinoderma e, soltanto dopo una paziente e prolungata attesa, lo hanno sorpreso nel momento in cui, riemerso, guadagnava la riva con tutto il prodotto ittico illecitamente pescato.
È scattato quindi il sequestro del pescato, 1.200 esemplari di riccio di mare (pari a circa 100 kg), contenuti in una cesta, oltre all’attrezzatura da pesca utilizzata, con la contestuale irrogazione al bracconiere ittico di sanzioni amministrative per complessivi € 12.000,00.
Inoltre sono state contestate, nei confronti di un ulteriore soggetto che è stato trovato sul posto, intento a collaborare da terra con il pescatore di frodo, le violazione alle norme in materia di contenimento della diffusione del coronavirus, nell’ambito dell’emergenza epidemiologica COVID-19 in atto, in quanto sono state violate le disposizioni di legge inerenti le restrizioni degli spostamenti in orari non consentiti, ovvero tra le 22,00 e le 05,00 del mattino nonché il mancato rispetto delle prescrizioni circa la mobilità tra diverse Regioni.
Il blitz dei finanzieri rientra nell’ambito di un mirato monitoraggio costiero notturno predisposto dal Reparto Operativo Aeronavale di Civitavecchia su tutto il litorale laziale, nell’intensificazione dei controlli di Polizia Economico-Finanziaria, attuati nel settore del contrasto ai traffici illeciti via mare e della pesca di frodo, oltre che alle misure di prevenzione e contrasto ad ogni possibile condotta illecita per il mancato rispetto della vigente normativa in materia di contenimento della diffusione del coronavirus, nell’ambito dell’attuale emergenza epidemiologica.
Tutti i ricci di mare sequestrati sono stati immediatamente rigettati in mare dai finanzieri, allo scopo di garantire il ripopolamento dei fondali e di ristabilire l’equilibrio dell’ecosistema marino, compromesso dalle irresponsabili condotte dei pescatori di frodo.
I ricci di mare, appartenenti alla famiglia degli echinodermi, fungono a tutti gli effetti da “biorimediatori naturali” poiché la loro normale azione di “filtraggio” dell’acqua di mare, restituisce dei benefici all’ecosistema marino, fornendo alle popolazioni rivierasche un servizio eco-friendly, ragion per cui la loro pesca è contingentata (1.000 esemplari al giorno per i pescatori professionali e solo 50 per gli sportivi) e addirittura sospesa, ogni anno, nel periodo dal 1° maggio al 30 giugno.
La continua domanda del mercato fa sì che, accanto ai pescatori professionali autorizzati, vi sia un vero e proprio esercito di abusivi che, attirati dagli importanti guadagni (circa 1 Euro per ciascun esemplare di riccio di mare), incuranti delle conseguenze ambientali delle loro condotte, attuano una vera e propria razzia incontrollata dei fondali, che ne sta progressivamente causando la desertificazione
Tuttavia, la pesca di frodo non impatta negativamente solo sull’ambiente marino, incidendo – come peraltro stigmatizzato dallo United Nations Office on Drugs and Crime (UNODC) con il rapporto sui Fisheries Crimes – sulla leale concorrenza, alterandone le regole del mercato e danneggiando gli onesti operatori del settore. Sono proprio tali forme di pesca di frodo e di abusivismo commerciale che alterano, in negativo, la filiera del mercato ittico, alimentando il circuito del sommerso e dell’evasione fiscale.
Da qui il fondamentale ruolo della Guardia di Finanza nel contrasto del bracconaggio ittico, svolto a tutela della biodiversità marina, dell’economia legale e nell’interesse dei cittadini, unitamente all’azione di controllo legata alle misure inerenti il contenimento del virus Covid-19.