GOLFO DI GAETA – Un’estate di fuoco quella della Riviera di Ulisse e non soltanto per via delle alte temperatura alle quali oramai siamo abituati. La macchia mediterranea, infatti, è stata letteralmente presa d’assalto dai numerosi incendi che hanno caratterizzato in special modo i territori di Itri, Formia e Spigno Saturnia.
E mentre nel resto d’Italia aumentano le foreste per un Paese che si fa sempre più verde, il nostro territorio viene percorso da incendi viene da dire quasi “stagionali” che hanno messo in ginocchio intere aree dei parchi regionali della Riviera di Ulisse e del Parco Naturale dei Monti Aurunci, due polmoni verdi del territorio e importanti riserve di biodiversità e ricchezza naturalistica. Un problema annoso che però vede difficilmente una risoluzione.
I dati dicono che la superficie boschiva italiana è in aumento: messi a punto da un gruppo di lavoro formato da Istat, Crea, Carabinieri Forestali e Sisef coordinato dalla Direzione generale Foreste del ministero delle Politiche agricole, confermano il trend di lungo periodo: negli ultimi 5 anni le foreste italiane hanno continuato a espandersi, guadagnando 270mila ettari, (+320mila ettari considerando anche le aree boscate, ecosistemi assimilabili alle foreste come la macchia mediterranea). Oggi occupano ben 11,4 milioni di ettari, quasi il 40% della superficie nazionale: 9,6 milioni sono foreste, 1,8 milioni altre aree boscate. L’incremento percentuale nel quinquennio è del 2,9%, negli ultimi trent’anni del 25% e negli ultimi 80 addirittura del 75 per cento.
Un patrimonio boschivo perso che dovrà aspettare il corso del tempo per poter ristabilire quello che c’era per effetto della Legge sulle aree percorse dal fuoco che stabilisce i vincoli che limitano l’uso del suolo solo per quelle aree che sono individuate come boscate o destinate a pascolo, con scadenze temporali differenti. Vincoli quinquennali, decennali e quindicennali che permettono al costruzione e la messa in cantiere di opere strategiche per la salvaguardia dell’ambiente e la sicurezza idrogeologica.
Cosa possono fare allora le amministrazioni? Iniziative rivolte alla piantumazione di alberi e rimboschimento sono all’ordine del giorno anche nel nostro Golfo. Dal progetto “Ossigeno” della Regione Lazio che ha l’obiettivo di piantare 6 milioni di alberi (uno per ogni abitante della Regione) al progetto di “Un albero per ogni nuovo nato” portato avanti dal Comune di Spigno Saturnia, il tema del rimboschimento è all’ordine del giorno e, stimolato dalle amministrazioni e dalla partecipazione della cittadinanza, sta prendendo piede nella società.
Interventi di piantumazione che però devono seguire una regola. Una volta trovate le piante, bisogna individuare i luoghi più adatti e in un Paese dall’elevato consumo di suolo come l’Italia ed il nostro territorio non è un’impresa facile. La grande sfida sarà quella di riallacciare il rapporto tra urbanizzazione, uomo e natura cercando di imitare quelle urban cities che nelle grandi realtà europee sono già state realizzare.
Interventi che hanno come obiettivo quello di mitigare in qualche modo i cambiamenti climatici in atto che stanno modificando la natura del nostro territorio. Sensibilizzare la cittadinanza su questo tema sta diventando sempre più importante, pertanto la riorganizzazione dell’azione amministrativa non può che passare anche da questo. Mettere in campo tutte le forze possibili, lavorare in sinergia con la protezione civile e i vigili del fuoco, educare i più piccoli al rispetto dell’ambiente e delle regole e punire severamente i trasgressori. La riforestazione è si un tema importante, ma preservare quanto già si ha forse lo è di più.