Il Mar Mediterraneo a Rischio: Inquinamento e Cambiamenti Climatici Minacciano le Coste e gli Ecosistemi

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Il Mar Mediterraneo, un paradiso naturale e una delle regioni più ricche di
biodiversità al mondo, sta affrontando una crisi ambientale sempre più grave.
L’inquinamento da plastica e l’innalzamento del livello del mare sono solo alcune
delle minacce che mettono a rischio non solo l’ambiente ma anche le comunità che
vivono sulle sue coste.
Ogni anno, milioni di tonnellate di plastica finiscono nelle sue acque, contribuendo a
una grave emergenza ecologica. La plastica rappresenta ben l’82% dei rifiuti marini
osservati, ed è la causa principale dell’inquinamento visibile. Il Mediterraneo è tra le
aree più inquinate dal materiale plastico, con la maggior parte di questi rifiuti
concentrati in superficie e nei fondali marini. Oltre alla plastica, altre sostanze
pericolose come metalli pesanti (piombo, mercurio e cadmio) contaminano le acque,
minacciando la salute degli ecosistemi e degli esseri viventi.


A questo si aggiunge l’allarme climatico. Gli scienziati hanno recentemente avvisato
che il Mar Mediterraneo sta vivendo un riscaldamento senza precedenti, con un
aumento della temperatura media dell’acqua che potrebbe superare le temperature
di 3,8°C entro la fine del secolo. Nel 2020, la regione ha già superato l’aumento di
1,5°C rispetto all’era pre-industriale, e le proiezioni suggeriscono che entro il 2100 la
temperatura potrebbe salire di ulteriori 2,9°C, con effetti devastanti sulla biodiversità
e sull’ecosistema marino.
Più grave ancora è l’innalzamento del livello del mare, che si sta verificando a un
ritmo doppio rispetto alla media globale, circa 2,8 mm all’anno. Entro il 2100, il livello
potrebbe aumentare di oltre un metro, minacciando le coste e causando frequenti
inondazioni, come già accade a Venezia. Le spiagge, soprattutto quelle del sud Italia
e del nord-est, sono ad alto rischio di erosione e, senza misure di adattamento,
molte potrebbero scomparire. Le città costiere, centrali per il turismo e l’economia,
rischiano di subire danni irreversibili. Parliamo anche di erosione della costa che
potrebbe avanzare di 40-60 metri entro il 2100, riducendo le aree destinate al
turismo e mettendo in pericolo le infrastrutture costiere.


L’unica speranza di evitare il disastro è un cambiamento radicale nelle politiche
ambientali globali. La riduzione delle emissioni di gas serra, il trattamento dei rifiuti e
l’adozione di misure di protezione costiera sono passi fondamentali per salvare
questa risorsa preziosa. Senza interventi urgenti, il futuro del Mare Nostrum appare
sempre più incerto.