Se estendiamo lo sguardo a tutto lo stivale italiano, il settore del gioco legale sembra essere ripartito. Lo ha fatto dopo due anni regnati da grande e profonda incertezza, due anni in cui tutto il settore è stato trascinato dal gioco online. Adesso però, con la vita che sembra essere tornata alla normalità, come deve cambiare lo sviluppo del settore?
Nel 2020 infatti si è registrato un brusco stop di tutto l’ambiente, con una riduzione della raccolta da gioco fisico pari al 47% e una crescita di 35 punti percentuali di quello online. Segnali di ripresa, invece, sono arrivati nel 2021, quando il giro d’affari sul gioco è tornato ai livelli del 2019: 107 miliardi di euro e +30% di conti online aperti. A permettere questa crescita è stata soprattutto la nuova strada di visibilità e di comunicazione scelta dai brand di gambling, che hanno puntato su nuove tipolgie di bonus per acquisire nuovi clienti e per arrivare a un target diverso.
Un panorama che risulta ancora più complicato e difficile per il Lazio, dove dal 28 agosto entrerà in vigore una norma regionale che rischia di portare alla chiusura oltre 5 mila punti di gioco e di creare pesanti ripercussioni su 16 mila lavoratori. Si tratta di una legge varata nel 2013 e basata sul concetto di distanziometro da luoghi sensibili come scuole, chiese o ospedali. “La particolare modalità di applicazione del “distanziometro” – spiegano dalla FIPE, la Federazione Italiana Pubblici Esercizi di Confcommercio – unita con i luoghi sensibili individuati dalla legge, comporta nel Lazio la non insediabilità delle attività con offerta di gioco in oltre il 99% del territorio urbano dei capoluoghi. Per bar e tabacchi, già fortemente provati dalle chiusure e dalla crisi economica seguita alla Pandemia, la drastica riduzione dell’offerta di gioco potrebbe portare alla chiusura delle attività, con effetti di perdita di reddito per circa 3mila famiglie. Gli effetti sarebbero evidentemente moltiplicati per le sale specializzate, dove sono a rischio oltre 7mila dipendenti”.
Il gioco è quindi a un bivio. Per risolvere la questione serve un intervento del mondo della politica, con norme meno proibitive e restrittive, ma che siano in grado di guardare alla salute del giocatore e alla prosperità del settore. Tutelando, quindi, tutta la cittadinanza.