Il Lazio e più nel dettaglio la zona di Roma e dintorni vanta una storia che si snoda attraverso i secoli. Dai fasti dell’Impero è passata attraverso le epoche medievali e rinascimentali, ciascuna in grado di contribuire nel formare l’architettura cittadina oggi nota a tutto il mondo. Proprio all’interno di questi vicoli, nel mezzo di queste piazze e nel profondo dei suoi tantissimi giardini, si mettevano in pratica quelli che sono oggi considerati i giochi più tradizionali del territorio. Un elemento che accomuna tutti può essere il loro svolgimento all’aria aperta, escludendo poche eccezioni. Il mondo dei giochi da strada sta infatti riscoprendo una grande fortuna al giorno d’oggi, capace di dar vita ad un vero e proprio festival riconosciuto come patrimonio culturale dall’Unesco. Prende il nome di Tocatì ed è itinerante, ogni anno viene infatti assegnata una nuova città. L’edizione 2024 si è tenuta a Verona mentre ancora non si hanno informazioni riguardo il luogo per il prossimo anno. Non perdiamo però altro tempo e passiamo in rassegna quelli che erano i giochi più caratteristici del passato.
La ruzzola
Questo gioco richiedeva ampi spazi per ovvi motivi: il nome indica infatti una ruota in legno rafforzata da un sottile ferro che veniva lanciata, previo aver legato una parte della circonferenza del cerchio. Lo scopo era sfidarsi nei lanci lungo un percorso che poteva dislocarsi anche per alcuni chilometri. Si tratta di un’attività che ancora oggi viene praticata, anche se soltanto all’interno di una sagra dedicata a questo gioco (a Pontelandolfo).
Le bocce
In questo caso il gioco è decisamente più noto anche in epoca contemporanea perché il regolamento è rimasto pressoché invariato. Si tratta di un’attività intimamente legata alla città di Roma all’interno della quale espressioni come “andare a lecco” vengono utilizzate quotidianamente. Questo modo di dire, nel gioco delle bocce, significa accostare la propria boccia (sostanzialmente una sfera) al pallino più piccolo, che si può tradurre nella buona riuscita di un’azione.
La morra
Anche la morra appare senza dubbio come un gioco senza tempo, conosciuto anche al giorno d’oggi. Se però ad oggi si fa riferimento a quella che è la morra cinese, al tempo non era così. Si giocava in tutto in 4 giocatori, suddivisi a coppie. Tramite la mano destra si tiravano i numeri mentre con la sinistra si teneva il conto. Le partite erano estremamente veloci e duravano una manciata di secondi.
Le carte
Si praticava all’aria aperta anche il gioco delle carte, pur essendo presente anche all’interno dei tavoli delle osterie. Se il passatempo in linea generale era il medesimo di quello diffuso oggi, ad essere molto diversi erano i giochi praticati: Zecchinetta, faraone, trenta quaranta, caffo e bassetta erano tutti parecchio diffusi anche se formalmente proibiti perché equiparati al gioco d’azzardo, proibito dal Papa. Senza dubbio questa modalità di intrattenimento rappresenta una tra le più note al mondo, non solo da nord a sud della penisola italiana perciò ma anche negli altri paesi. I giochi di carte sono infatti uno dei passatempi che sembrano non avere età, tanto che ancora oggi sono molto popolari, anche se è molto cambiata la modalità. Se in passato si giocava esclusivamente tra amici o al bar, ora i giochi di carte si sono trasferiti online con specifiche app per smartphone o tablet o nelle piattaforme che propongono giochi di casino, stanze di casino live, slot, lotterie e simili.
Salto della quaglia e altalena: i giochi per ragazzi e donne
L’elenco degli antichi giochi del Lazio non può però esaurirsi senza aver citato anche uno tra i più tipici passatempi dedicati esclusivamente ai ragazzi. Un gioco molto noto al tempo e conosciuto anche attualmente, anche se non più praticato, è il salto della quaglia, pressoché identico a quello che nelle altre parti d’Italia era definito salto della cavallina. I partecipanti erano chiamati a disporsi in fila indiana e ad abbassarsi nel momento in cui il ragazzo posizionato come ultimo della fila iniziava il percorso, che implicava il salto di tutti gli altri.
Più limitato appariva invece il ventaglio delle possibilità per un pubblico femminile. Il gioco più praticato, oltre che più amato, era senza dubbio quello dell’altalena, identica in tutto e per tutto a quella presente oggi ma, in passato, nota come canofiena.