L’animalista Mirella De Simone, esponente di spicco della Lega Antivivizionista Campana con sede a Napoli, ci scrive, anche a nome della Delegazione Monti Aurunci, una lettera aperta dopo il nostro servizio sul randagismo e i canili convenzionati con il Comune di Minturno. Nel precedente ampio servizio abbiamo dato la parola al consigliere comunale di opposizione Tommaso Iossa e all’esponente animalista Rosaria Izzo. Mirella De Simone scrive: “Egregio dott. Caliman, mentre Le inoltro la proposta inviata al Sindaco e al Dirigente della Polizia Locale di Minturno (proposta nella quale, concretamente, ci impegniamo per un importo di euro 5000), mi permetta qualche riflessione sul contenuto del Suo articolo apparso sul Magazine “Golfo e Dintorni” di ottobre. Mi sembra che il consigliere Tommaso Iossa conosca poco il problema randagismo e, soprattutto, controllo canili e conseguente tutela del denaro pubblico. Chiede, infatti, se sia stato previsto un censimento dei cani randagi ricoverati nei canili convenzionati. Ma questo censimento, o per meglio dire, il controllo dell’esistenza in vita dei cani, deve essere effettuato dal Comune, ente pagatore (non foss’altro che a tutela del denaro pubblico, se non del benessere dei cani), e/o dalla ASL, a seconda della prassi regionale.
Nella regione Campania, infatti, tocca alla ASL, ma nessuno vieta ai Comuni di effettuare controlli per conto proprio. Le AASSLL, ufficialmente, lo effettuano con regolarità, salvo che, a controllo effettivamente effettuato, si trovano spesso ufficialmente in vita cani che invece sono passati a miglior vita di cui i titolari del canile dicono che sono stati adottati, ma non trovano più le pezze giustificative (guarda un po’), o che sono scappati dal canile (quando? Esattamente il giorno prima del controllo effettivo. Guarda tu che combinazione!). Tra l’altro vorrei ricordare al consigliere Iossa che un consigliere comunale ha tutto il diritto di entrare in un canile convenzionato col Comune in cui è stato eletto ed effettuare un controllo capillare. Magari a campione, ma effettuarlo. Due anni orsono ci siamo messi a disposizione del Comune di Santi Cosma e Damiano per visitare i 2 canili convenzionati e effettuare una rilevazione fotografica dei singoli cani, in vista di un book per le adozioni. Ed abbiamo ottenuto l’autorizzazione. In un canile erano presenti tutti i cani (ma a Napoli c’è un espianto e reimpianto di microchip, che valgono come i famosi passaporti dei cinesi di Prato), ma la struttura mostrava problemi che solo un cieco non avrebbe notato. Problemi mai notati da chi aveva il dovere di notarli.
Consegnata al Comune la relazione con tanto di dossier fotografico, abbiamo atteso invano che il Comune, ente pagatore a fronte della garanzia del benessere dei cani custoditi, desse un cenno di interessamento. Ma nulla. Allora abbiamo scritto alla Asl, con tanto di foto inoppugnabili, e la ASL non ha potuto fare a meno di ordinare al gestore, ma a voce e senza dare indicazioni temporali, di intervenire. Dopodiché ha attestato che i problemi erano stati risolti. C’è stato un prosieguo, ma parole non ci appongo. Nel secondo canile, su 18 cani, ben 4 non sono stati verificati, perché “troppo timidi per essere portati vicino alla rete di divisione”. Se volete, li sediamo … Che si poteva rispondere? Cani con evidenti problemi cutanei, utilizzo di una corda per legare il muso, al posto della museruola … Ma anche qui, il Comune, reso edotto con tanto di relazione e dossier fotografico, non ha inviato alcun cenno di risposta. E sì che proponevamo, a nostre spese, di inviare una veterinaria comportamentalista per capire e risolvere il problema dei 4 cani, cani che – ripeto -non avevamo potuto vedere. Avrà capito che io personalmente ho un bel po’ di esperienza alle spalle (tra l’altro, a Napoli, in qualità di presidente di una associazione animalista, ero ufficialmente addetta ai controlli sui canili convenzionati e sul macello), un bel po’ di costituzioni di parte civile in processi su maltrattamento (condanna in primo grado e poi regolare prescrizione).
Avrà capito anche che la Delegazione Monti Aurunci non esita a mettere mano alla tasca per collaborare a raggiungere concreti obiettivi. Ma come per amoreggiare o – al contrario – litigare bisogna essere in due, così per fare controlli o risolvere problemi, la Delegazione deve avere il placet dell’istituzione. E, fino ad ora, pare che non placet. Con i migliori saluti Mirella De Simone.” Debbo osservare per deontologia giornalistica che riportiamo le analisi dell’animalista Mirella De Simone per dovere di cronaca ma questo magazine è a disposizione per pubblicare eventuali repliche che dovessero pervenirci dai titolari dei canili convenzionati. Inoltre bisogna evidenziare che la De Simone polemizza con il consigliere Tommaso Iossa ma poi giunge allo stesso obiettivo: fare chiarezza sullo stato di salute dei cani ospitati e sul rispetto delle normative da parte degli operatori. Chi scrive osserva: certamente il randagismo si combatte soprattutto con la sterilizzazione degli animali che, in tal modo, evitano di procreare altri randagi e ancora vogliamo provare a pubblicare quanto nei bilanci comunali dei dieci comuni che seguiamo come magazine è investito per i canili convenzionati e quanto nei servizi sociali per l’assistenza agli indigenti di ogni età e condizione? I poveri sono ormai un fiume in piena e francamente, perdonatemi, preferisco sempre assistere con precedenza assoluta i cuccioli d’uomo.