Golfo di Gaeta – A scuola di Pizza con Angelo Caruso – Angelo, parlaci di te. Da dove viene fuori questa passione per la ristorazione ed in particolare per la pizza?
Il modo migliore è partire dalle origini. Sono nato nel 1985 a Formia e ho avuto la fortuna, grazie ai miei genitori
Pasquale e Vincenza, di trascorrere l’infanzia nei locali dei miei nonni Carmine e Giovanna, ristoratori storici della
nostra zona. Un’esperienza che, pur essendo ancora bambino, mi ha formato molto e condizionato quella che poi
sarebbe diventata la mia vita da adulto. Studi alberghieri e lavori dopo studio mi hanno portato poi, terminata la
scuola, ad aprire un bar. Esperienza rivelatasi fallimentare ma che con il senno di poi rappresenta una svolta: è grazie
a questo che mi trovo non più in sala ma al banco pizza ad affiancare un esperto pizzaiolo.
Ed ecco che scatta la molla: diventi pizzaiolo.
Si, riesco finalmente a dare una risposta alla famosa domanda “Cosa vuoi fare da grande?”. Alterno ore di pratica al
lavoro a quelle di teoria come autodidatta a casa. In risultati non tardano poi ad arrivare e mi ritrovo a sostituire il
primo pizzaiolo nonché titolare il quale mi lascia sempre più libertà decisionale.
Un’iniezione di fiducia importante. Com’è la pizza di Angelo?
Impasto a 48h di maturazione, composto da un mix di farine con gradi di raffinazione differenti e idratato con oltre il
70%. L’obiettivo è quello di avere un prodotto finale altamente digeribile. Quello che accompagna il mio prodotto è
la consapevolezza di esercitare un mestiere estremamente dinamico ed in continua evoluzione che offre infinite
possibilità di ottenere un prodotto unico in base alla tipologia di lavorazione. Lo ritengo uno di quei pochi mestieri
quasi totalmente artigianali, dove la manualità di chi opera riesce ancora a fare la differenza. Lo ricordo sempre ai
miei “allievi”.
I tuoi allievi appunto. Raccontaci di come è nata l’idea di insegnare l’arte del pizzaiolo.
L’idea è nata indovinate un po’, proprio durante il primo lockdown quando la maggior parte di noi si dilettavano ai
fornelli e alla preparazione di pane e pizze. Costretto a casa per via della chiusura dei locali impegnavo il tempo nella
sperimentazione e rispondendo ad amici e conoscenti che mi contattavano per avere consigli e spiegazioni su come
preparare al meglio i loro prodotti. Un’attività che svolgevo con piacere e che mi ha portato a tentare la strada
dell’insegnamento. Sono diventato istruttore superando l’esame con il massimo dei voti (100/100) presso una delle
principali accademie presenti nel settore, la Good in food Academy. Adesso svolgo periodicamente corsi che vanno
dai livelli amatoriali a quelli professionali rivolti a chi vuole diventare pizzaiolo professionista oppure chi già lo è e
vuole perfezionare la propria tecnica. Come dicevo, il nostro è un mestiere dinamico in cui la formazione è
fondamentale. Come ripeto spesso “o ti formi o ti fermi”.
Pizzaiolo per caso, istruttore per scelta. Progetti per il futuro?
Tra i progetti a medio/lungo termine c’è quello di aprire una pizzeria in proprio. Una scelta che sa di realizzazione
personale e professionale. Non diamo a vederlo ma è un lavoro usurante e se vuoi farlo tutta la vita hai bisogno
dell’elasticità tale che ti permette di affrontarlo per il meglio.
Nel breve periodo ho il sogno di poter realizzare, insieme ai colleghi della zona ai quali mi lega un rapporto di stima
reciproca, eventi ed iniziative che portino lustro al nostro territorio. La pizza è il prodotto più famoso al mondo e sta
avendo una crescita esponenziale dal punto di vista qualitativo nel nostro territorio con prodotti che non hanno nulla
da invidiare anche a zone più blasonate come quelle del napoletano e del casertano. Un movimento, quello dei
pizzaioli del golfo, che può dare tanto la nostro territorio in termini di qualità ed eccellenza. L’unione fa la forza,
possiamo davvero fare molto.