Ai tempi miei era tutto diverso oppure la nostra generazione era diversa, non avevamo queste libertà e benessere! Sono le frasi che i Millennials o Generazione Y, la generazione nata dagli anni ‘80 ad oggi, sente spesso ripetersi dai propri nonni o dalle persone più anziane. Perché loro hanno fatto la guerra, non avevano niente e l’idea di un mercato globale neanche li sfiorava e questa storia della rivoluzione tecnologica e soprattutto di internet non gli interessa!. Inutile la polemica su quale sia migliore o peggiore dell’altra, perché se, per alcuni aspetti possiamo affermare che conoscere e condividere in tempo reale informazioni e notizie o poter comunicare con persone lontanissime fa di internet un vera rivoluzione, per altri, si colgono altrettanti aspetti negativi, tra cui il fatto di essere diventata la nuova dipendenza e di aver creato nuove forme di reati come il cyberbullismo e la pirateria informatica. Mentre per quanto riguarda le vecchie generazioni, era difficile comunicare con persone lontane e creare tante relazioni, in compenso però i rapporti erano più duraturi e reali, non virtuali. Oggi, oltre 43 milioni di persone, in Italia, sono online ogni giorno, costantemente connesse che interagiscono in tempo reale, costituendo un’unica grande rete di relazioni. Termini come “social” e “like” hanno sostituito in toto i concetti di sociale, di apprezzamento e di condivisione. Nuove icone sono gli influencer che condizionano i nostri gusti e scelte. L’ultima notizia emblematica pubblicata dalle principali testate italiane parla di una ragazza statunitense che su Youtube piange perché si è vista rimuovere il profilo Instagram dove lei faceva l’influencer. Sarebbe oggi impensabile vivere offline, non solo per i rapporti interpersonali ma anche per il mondo del lavoro, perché oggi le aziende cercano i profili professionali su LinkedIn. Bauman, celebre sociologo, filosofo e accademico polacco, definisce la nostra società moderna come una società “liquida”, in cui le relazioni diventano più facili, accessibili, veloci ma meno profonde. E’ forse questa la differenza allora tra le vecchie generazioni e le nuove, la perdita dei rapporti profondi? Quanto davvero è cambiato il mondo dai tempi dei nostri nonni e quali sono le principali differenze tra le due generazioni a confronto c’è lo ha svelato lo psicologo e psicoterapeuta Francesco Ciufo.
Come internet ha influenzato le nostre relazioni e, soprattutto, è vero che i social network influenzano negativamente le nuove generazioni?
Purtroppo viene meno il rapporto di cui parla Recalcati tra etica/desiderio, un deficit del mancato senso dell’altro e che porta a un insensibilità, ad una mancata alterità, in quanto il senso di sé non si costruisce in funzione dell’altro, alimentando un narcisismo all’interno delle relazioni. Una controversia tra una concezione ad alta intensità valoriale che alimenta una visione edonistica, consumistica e egoistica. Lo psicanalista junghiano Luigi Zoja parla, provocatoriamente, di morte del prossimo.
Che significa perdere le relazioni profonde?
E’ difficile coltivare un rapporto che sia d’amore o di amicizia perché comporta l’accettazione di un pensiero differente dal nostro, l’amore (Eros) per crescere ha bisogno di essere corrisposto (Eteros). Nel saggio di Zygmunt Bauman “La società individualizzata” il sociologo spiega le differenze tra un modello culturale premoderno (quello dei nostri nonni) e quello della società attuale: crolla l’illusione di creare una società giusta e si pone l’accento verso un individualismo della società. L’uomo moderno si caratterizza per l’incertezza sul proprio presente e futuro, anche negli affetti, i rapporti umani diventano vulnerabili, precari in cui c’è necessità di gratificazioni immediate. La sessualità viene vissuta dagli adolescenti molto più precocemente rispetto al passato, e verso la fine della adolescenza, molte ragazze hanno avuto già esperienze di amori infelici che alimentano una visione disincantata dell’amore. Questo accade anche nelle amicizie si finisce per consumare e usare l’altro a vantaggio del sé e se non si riesce a trarre più nessun vantaggio, allora avanti il prossimo, amico o partner.