Il Gruppo Formiaé lancia una nuova petizione per chiedere la delocalizzazione degli impianti di itticoltura spiegando le motivazioni di tale scelta, ovvero di come l’impianto sia nocivo all’ecosistema marino e dunque all’ambiente in quanto l’utilizzo dei mangimi e le deiezioni dei pesci allevati rappresentano la maggiore fonte di inquinamento. E scrivono: “Dopo aver acceso i riflettori sui dissalatori, torniamo a parlare di ambiente. Preoccupati dello stato di salute del nostro mare, nei giorni scorsi abbiamo lanciato una nuova petizione delineando la nostra posizione sulla questione degli impianti di itticoltura. È necessario fare un po’ di chiarezza. Il golfo di Gaeta è stato dichiarato dalla Regione Lazio “Area sensibile”, un grande risultato per la nostra comunità in quanto ciò comporta forti limitazioni e divieti di alcune attività tra cui acquacoltura. Nel merito la nostra proposta non fa che ribadire questa decisione e riaffermare la collocazione degli impianti in siti off-shore preventivamente individuati, che è bene ribadirlo non ricadano nel perimetro dell’area sensibile. Delocalizzare e non vietare, perché in un periodo difficile come quello attuale, è importante oltre l’aspetto ambientale anche la salvaguardia dei posti di lavoro e dell’indotto. Perché gli allevamenti di itticoltura rappresentano un problema per il nostro Golfo? Risulta abbastanza chiaro che l’utilizzo dei mangimi e le deiezioni dei pesci allevati rappresentano la maggiore fonte di inquinamento. Ciò comporta un innalzamento di valori come l’azoto e il fosforo che si traducono in un’anomala crescita di alghe, manifestazione evidente di un processo chiamato eutrofizzazione. Giunte alla fine del loro ciclo di vita le alghe si accumulano sui nostri fondali e per smaltirle è richiesto un consumo eccessivo di ossigeno da parte dei microrganismi. L’assenza di ossigeno alla lunga comporta la morte di specie animali e vegetali. Siamo chiamati ad affrontare un serio problema ecologico che determinerà, inevitabilmente, negli anni un abbassamento della qualità delle acque. Siamo chiamati ad affrontarlo adesso che le concessioni sono in scadenza, sensibilizzando gli organi regionali su questo specifico problema e indurli a non prendere in considerazione nessun rinnovo o possibile proroga all’interno dell’area sensibile. Il futuro di Formia è legato alla tutela dell’ambiente. Gli impianti di itticoltura rappresentano una delle tante zavorre che da anni impediscono lo sviluppo di settori strategici per la nostra città. Siamo convinti che che su questi temi serva l’impegno di tutte le forze politiche.”
link della petizione:
https://www.formiae.org/petizione/no-impianti-itticoltura-golfo-gaeta-formia/