Tutti almeno una volta nella vita abbiamo assaggiato la cucina proposta dal ristorante la Villetta, in Via del Porticciolo Romano a Formia, per mangiare qualcosa di buono a pranzo o a cena. E’ una tradizione, una garanzia e sono tanti i clienti affezionati alla cucina di Mario Marino, per tutti semplicemente “Mario”, fondatore e Chef del ristorante. Da oltre 30 anni Mario propone tradizionali piatti rivisitati in chiave moderna a base di pesce che hanno ottenuto prestigiosi riconoscimenti, il primo nel lontano 1994. Il segreto della cucina di Mario è la freschezza dei suoi piatti poiché il particolare legame con la tradizione marinara formiana lo ha da sempre spinto verso la territorialità dei prodotti, riuscendo a trasformare il profumo del mare del golfo di Gaeta in un gusto che si assapora in ogni suo piatto. Inoltre il ristorante è immerso in un’area naturalistica e archeologica, il Parco di Gianola e la Villa di Mamurra, e ciò rende l’esperienza gastronomica ancora più interessante per chi decide di fare un escursione nel Parco di Gianola in quanto potrà poi fermarsi da Mario a mangiare calamaretti, vongole o uno squisito Fritto di baccalà.
Purtroppo, dopo l’emergenza sanitarie (e economica) scatenata dalla pandemia covid-19, anche la storica attività ha dovuto fare i conti con le drastiche misure dettate dai vari DPCM e, in particolare, con quella che obbliga i ristoranti a chiudere al pubblico per cena ma che consente di poter svolgere attività di asporto e consegne a domicilio. E proprio grazie ai servizi di take way e delivery sono riusciti ad andare avanti aderendo alla piattaforma Food Zone ed effettuando le consegne personalmente. É strano entrare sabato pomeriggio nel ristorante di Mario, che ospita ben tre sale al chiuso e molti spazi all’aperto, e vederlo vuoto e silenzioso. Mario e Felice sono in cucina a preparare i piatti che consegneranno per cena ai loro clienti, indaffarati tra teglie e fornelli mi guardano e mi sorridono, poi Mario mi dice: “I miei affezionati clienti non hanno smesso di mangiare i miei piatti e se non possono sedersi qui, che problema c’è? glieli porto io a casa”. Mi accorgo cosi che c’è qualcosa di più grande, di più umano tra Mario, Felice e i loro clienti, tra chi prepara il cibo e chi lo mangia, un legame forte che neanche il Covid-19 è riuscito a spezzare.