Il Segretario Provinciale di Latina del NurSind – Sindacato delle Professioni Infermieristiche – Giovanni Santucci ha scritto al Direttore Generale Asl di Latina Giorgio Casati in merito ai Contagi Covid-19 Ospedale di Formia.
Il testo lo riportiamo integralmente: “A seguito del comunicato stampa del 23 dicembre rimarca quanto segue: Sono note a tutti le criticità presenti nell’Ospedale di Formia; nei mesi passati è stato riscontrato l’evidente assenza di percorsi protetti e dedicati, distinti e separati dai percorsi puliti.
Gli stessi utenti hanno segnalato e denunciato la promiscuità tra pazienti Covid e no Covid, che si ritrovano negli “stessi identici passaggi” e negli “stessi identici corridoi”.
Esistendo unità operative tempo dipendente tra le quali l’Emodinamica o la sala operatoria, i pazienti possono arrivare nelle sale operatorie senza tampone o in attesa di risposta del risultato del tampone antigenico (che spesso ha falsi negativi o positivi).
Successivamente al trattamento in urgenza, il paziente giunge in reparto dove è impossibile isolarlo (vedi Utic), e sviluppare nei giorni successivi la positività.
Con molta probabilità proprio per quanto sopra descritto, si sono sviluppati focolai nel reparto di ortopedia, medicina, utic che hanno coinvolto sia i pazienti che gli operatori ed hanno portato la chiusura dei reparti stessi.
Affermare in un comunicato pubblico che il contagio del personale sia di tipo comunitario e non occupazionale sembra del tutto inopportuno e discutibile, non in linea con la condotta eccellente e con lo spirito con cui Lei Direttore ha diretto l’Asl Latina in questi anni.
Pe i motivi di cui sopra, Le chiedo urgentemente di rivedere tale comunicato, garantendo la tutela ed il rispetto (anche legale) che merita tutto il personale sanitario impegnato in questo periodo di pandemia.
La salute e la professionalità̀ vanno rispettate e tutelate nelle sedi lavorative non solo con i DPI ma anche mettendo in atto tutti gli idonei strumenti idonei a proteggere i lavoratori in toto nello svolgimento di un lavoro ad alto rischio come in questo periodo.
Non si può e non si deve alludere a comportamenti a rischio contagio scorretti del personale fuori l’orario di lavoro. In attesa di celere riscontro”.
Questa redazione su invito (nell’anonimato) di medici e infermieri sin dal primo giorno si sta battendo per quanto evidenziato dal sindacato nel giorno del Santo Natale.
Bisognava dimostrare attivismo sindacale subito e non dopo un comunicato che parla di contagio comunitario e non occupazionale.
Caro segretario provinciale nessuno ci crede a tale assioma, stia tranquillo.
Medici e infermieri contraggono il covid-19 accanto ai malati e hanno diritto a tutti i riconoscimenti morali, professionali ed economici.
È malattia di servizio.