A ben nove anni di distanza dalla triste vicenda che ha fatto registrare l’inopinata e pretestuosa chiusura dello stabilimento “Formia Freezing Fish”, ubicato nell’area portuale di piazzale Vespucci, il Tribunale Amministrativo Regionale del Lazio, Sezione di Latina ha dato ragione all’azienda formiana, accogliendone entrambi i ricorsi presentati negli anni 2010/2011 e condannando il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, a cui fa capo la Capitaneria di porto di Gaeta, la Regione Lazio con l’Agenzia del Demanio ed il Comune di Formia al pagamento, in solido, di spese ed onorari legali.
La sentenza nel merito, della prima sezione del Tar del Lazio (Antonio Massimo Marra, presidente estensore; Roberto Maria Bucchi, consigliere e Valerio Torano, referendario) è stata depositata, nei giorni scorsi e riunificando i due ricorsi, “attesa la loro evidente connessione soggettiva ed oggettiva, relativamente alla vicenda”, ha accolto in toto le argomentazioni degli avvocati Alfredo Zaza D’Aulisio e Jessica Quatrale, legali della “Formia Freezing”, condannando, appunto, Ministero, Capitaneria di Porto, Regione, Demanio e Comune, che, a partire dagli anni duemila, spalleggiandosi l’un l’altro, hanno attuato, nei confronti dell’azienda, un palese comportamento vessatorio, con una serie di omissioni, pretese di canoni abnormi ed ordinanze di sgombero che, accampando motivazioni di pubblica utilità, per la presunta realizzazione di un porto turistico, di cui non si ha più notizia, avrebbero avuto, in realtà, altri fini reconditi.
Indubbia soddisfazione, per la vittoria legale, da parte dell’amministratore dell’epoca della “Formia Freezing Fish”, Michele Assante di Cupillo, ma “è una vittoria amara, sottolinea l’imprenditore, poiché sono stati ormai arrecati danni irreparabili, non solo economici, distruggendo un’azienda leader nel proprio segmento produttivo (conservazione, trasformazione e commercio di prodotti ittici congelati), presente in città da oltre cinquant’anni, nella storica sede di piazzale Vespucci e trascinando sul lastrico una ventina di famiglie, tra dipendenti e lavoratori dell’indotto, con evidenti e gravi conseguenze occupazionali”.
Oggi come oggi, la realtà è proprio questa, che della ex “Formia Freezing Fish” resta una struttura fatiscente che fa brutta mostra di sé, al centro di un immaginario porto turistico, poiché, a conclusione di un contenzioso legale durato ben quattordici anni, nel marzo del 2013, l’azienda fu costretta a sgomberare ed a chiudere i battenti. Dunque, aggiunge Assante di Cupillo, soltanto dispetti, prepotenze ed ordinanze pilotate, poi risultate anche illegittime, tra i vari Enti, che nascondevano soltanto la brama di qualche politico locale di impossessarsi dello stabilimento, per destinarlo ad altri fini clientelari”.
Non a caso, nella sentenza del Tar del Lazio che accoglie i ricorsi della “Formia Freezing”, si fa riferimento a “violazioni di legge ed eccesso di potere, sotto distinti profili ed in particolare, per quanto riguarda il riparto delle competenze, tra Stato e Regioni, relativamente a tutte le funzioni demaniali, così come confermato anche nella recente giurisprudenza della Corte Costituzionale”.