Pino Simeone, capo gruppo di Forza Italia e presidente della commissione consiliare della sanità della Regione Lazio, torna ad attaccare il direttore generale dell’ASL di Latina Giorgio Casati: “Non sono bastati i dieci infermieri contagiati dal Covid 19 nel solo reparto di cardiologia dell’ospedale Dono Svizzero di Formia.
Non sono state sufficienti le nostre costanti richieste, da inizio pandemia ad oggi, di tutelare il personale, tutto, dei nostri ospedali mettendo in atto ogni misura atta ad evitare la diffusione del virus.
Ora è arrivata anche la nota del sindacato del Nursind che smentisce quanto il direttore generale della Asl di Latina, si è affrettato a sostenere rispetto all’accaduto affermando che i contagi sono avvenuti per cause “esterne” alla struttura.
L’incapacità di Casati di ammettere i propri errori, di evitare scelte scellerate, sta facendo pagare un costo altissimo, in termini di salute e vita stessa, ai nostri cittadini, ai medici, agli infermieri e al personale sanitario impiegato negli ospedali della provincia di Latina.
Era maggio 2020 quando in una nota inviata al sindaco di Gaeta Mitrano proprio Casati, con l’atteggiamento da primo della classe che purtroppo ormai conosciamo bene, aveva fatto una lezioncina confezionata ad hoc per spiegare l’impossibilità di inserire l’ospedale Dono Svizzero nella rete Covid della provincia.
La ragione?
L’impossibilità, e cito testualmente, “della terapia intensiva dell’ospedale di Formia di garantire posti Covid se non creando problemi di commistione tra i pazienti”.
E aveva aggiunto “si pensi solo per un secondo quale prezzo avrebbero pagato i pazienti no Covid della provincia di Latina se non avessimo provveduto a garantire in sicurezza almeno uno dei due ospedali di riferimento”.
Tanto è che qualche mese dopo, e per soli sei posti letto, ha messo e sta mettendo a rischio non solo la vita dei pazienti no Covid, che tra l’altro nel Dono Svizzero di Formia avevano un presidio fondamentale per le emergenze urgenze, ma anche quello del personale che ammalandosi non sarà in grado di assicurare le prestazioni necessarie né agli uni né agli altri.
Eppure sarebbe stato sufficiente che Casati, in questi anni ai vertici della Asl di Latina, avesse visitato qualche volta di più il Dono Svizzero di Formia per rendersi conto che questo ospedale mai, per le caratteristiche che lo contraddistiguono, avrebbe potuto assolvere a tale funzione.
Differentemente da lui, io che vivo a Formia, che ogni giorno ho modo di parlare con il personale e i cittadini dei disagi in essere, non ho visto alcun intervento strutturale efficace e sostanziale al fine di assicurare percorsi separati ed in sicurezza per pazienti e personale.
Quanto accaduto dimostra per l’ennesima volta come il direttore generale della Asl di Latina sia accecato dalle proprie ambizioni personali e di carriera proiettate verso la Capitale, sull’altare delle quali non si fa alcuno scrupolo di sacrificare la vita di cittadini e personale sanitario.
Stia sereno Casati, la mettiamo noi una buona parola con Zingaretti, a patto che si dimetta subito e smetta di mettere a rischio, con le sue decisioni schizofreniche, la salute e il diritto alla cura della nostra comunità.
Se il suo obiettivo era dimostrare le grandi capacità di manager della sanità ha sbagliato di grosso perché alle sue spalle lascerà solo macerie e tante, troppe, persone infettate che si potevano evitare.
Per sei posti, domandiamo a Casati, ne valeva la pena?”.