Francesco Ciccone, Capogruppo Consiliare di Fondi Vera, interviene nuovamente sul tema “accesso agli atti amministrativi: un diritto non condizionato”.
Osserva con decisione: “L’eccessiva mole di richieste di accesso agli atti amministrativi da parte delle forze di Opposizione potrebbe influire sul buon andamento dell’Amministrazione.
Questo ci siamo sentiti dire nei giorni scorsi dal Segretario Generale del Comune di Fondi.
In una nota inviata ai Gruppi Consiliari, al Sindaco, alla Giunta, al Presidente del Consiglio Comunale ed al Prefetto di Latina, abbiamo letto testualmente che “il Consigliere Comunale non può abusare del diritto di informazione riconosciutogli dall’ordinamento, piegandone le alte finalità a scopi meramente emulativi o aggravando eccessivamente, con richieste non contenute entro gli immanenti limiti della proporzionalità e della ragionevolezza, la corretta funzionalità amministrativa dell’ente civico”.
La cosa ci ha sorpreso, ci lascia perplessi ma assolutamente contrariati.
Siamo fermamente convinti di non essere di fronte ad un asserito uso distorto del diritto d’accesso, ovvero peggio ancora ad un presunto atto emulativo.
Reputiamo perciò assurdo parlare di pericolo di blocco della “macchina” amministrativa nel fotocopiare i documenti in questione.
Ebbene, ricordiamo a noi stessi, ed al Segretario Generale, che l’art. 43 del Dlgs 267/2000 conferisce ai Consiglieri Comunali un non condizionato diritto di accesso a tutti gli atti che possano essere d’utilità all’espletamento delle loro funzioni, ciò al fine di permettere di valutare – con piena cognizione – la correttezza e l’efficacia dell’operato dell’Amministrazione, nonché per esprimere un voto consapevole sulle questioni di competenza del Consiglio e per promuovere le iniziative che spettano ai singoli rappresentanti del corpo elettorale locale.
Certamente l’esercizio di tale diritto deve avvenire con il minor aggravio possibile per gli uffici comunali.
Ed è per questo che il Consigliere Comunale potrebbe avere ed ha diritto di accedere direttamente al sistema informatico interno (anche contabile) del Comune, attraverso l’uso della password di servizio, al fine di estrarre le copie relative agli atti ed ai procedimenti amministrativi di pubblico interesse e comunque consentire allo stesso la selezione degli oggetti (con i riferimenti specifici) degli atti di cui si chiede l’esibizione.
Ne consegue che addurre un non meglio precisato aggravio per l’Amministrazione non trova ragion d’essere visto che basterebbe consegnare la password al Consigliere per l’accesso digitale, con lo scopo di garantire la tempestiva acquisizione delle informazioni richieste senza aggravare l’ordinaria attività amministrativa.
Non solo. Non appare certamente lineare il voler imporre ai Consiglieri l’onere di specificare in anticipo l’oggetto, o i riferimenti dettagliati, degli atti che intendono visionare, giacché, nella stragrande maggioranza dei casi, trattasi di informazioni cui gli stessi possono disporre solo in conseguenza dell’accesso.
Se poi il Comune di Fondi è privo di ogni forma di digitalizzazione e fa le copie con gli amanuensi, questa non è nostra responsabilità. Invitiamo formalmente il Comune di Fondi ad evadere le richieste formulate di accesso agli atti, nonché ad approntare le modalità organizzative per il rilascio ai Consiglieri Comunali delle password per consentire l’accesso da remoto al protocollo informatico dell’ente.
Ricordando a noi stessi che a sancire la tempestività dell’evasione è l’Art. 23 del Regolamento degli Organi del Comune di Fondi, deliberato in data 20.12.2004, ed è pertanto incredibile pensare che in sedici anni non si sia mai verificato un accadimento del genere.
Dobbiamo forse credere che tutti i Consiglieri Comunali nei sedici anni passati non abbiano mai presentato richieste?
Dobbiamo forse pensare che sono bastate sei richieste di accesso agli atti in un mese, contando tutte le istanze presentate dai banchi dell’opposizione, a paralizzare i lavori del Municipio?”
Se la querelle andrà avanti sarà inevitabile un intervento istituzionale del massimo rappresentante del Governo Italiano in provincia di Latina: il prefetto.