FONDI, MONTE SAN BIAGIO: «Condivisione, ascolto, trasparenza e, soprattutto, partecipazione attiva dell’intero territorio interessato: sono solo ed esclusivamente queste le premesse che hanno portato all’approvazione lo scorso 12 ottobre 2021 del Piano Sociale di Zona 2021-2023 del Distretto Socio Sanitario LT4, frutto del lavoro di tavoli tematici a cui hanno lavorato tecnici, assistenti sociali ed esperti di tutti i comuni interessati».
I sindaci di Fondi, Terracina, Monte San Biagio e San Felice Circeo difendono il PSdZ, rispediscono al mittente le accuse lanciate questo pomeriggio in Piazza Municipio e ricostruiscono la genesi di un documento di fondamentale importanza per la programmazione delle politiche sociali dell’intero distretto.
«Un documento – ribadiscono i primi cittadini Beniamino Maschietto, Roberta Tintari, Federico Carnevale e Giuseppe Schiboni – che, partendo da un’attenta e dettagliata fotografia del territorio e dalla necessità di garantire i livelli essenziali delle prestazioni sociali nei sette comuni interessati, è riuscito a formulare una proposta personalizzata in base alle reali esigenze dei cittadini».
In che modo? Dando vita ad una massiccia campagna di comunicazione finalizzata a massimizzare gli standard di inclusione. Tutti, dalle associazioni ai privati cittadini, hanno infatti avuto la possibilità di partecipare ai tavoli di lavoro tant’è che tantissime realtà, dalla Caritas all’intero paradigma di sigle sindacali, dai politici alle organizzazioni sociali di ogni forma e tipologia, vi hanno effettivamente preso parte. Ancor prima dei tavoli, sono stati accolti suggerimenti da parte dei cittadini tramite un questionario online la cui promozione è stata oggetto di una campagna promossa, oltre che tramite i social, dall’emittente Radio Show Italia 103.5. I lavori sono infine stati interamente pubblicati, oltre che sul sito ufficiale del distretto, sul canale YouTube del Comune di Fondi e, passo dopo passo, comunicati dal Comune capofila (Fondi) alla parte politica, tecnica e dirigenziale degli altri sei comuni interessati (Campodimele, Lenola, Monte San Biagio, San Felice Circeo, Sperlonga e Terracina).
Il risultato – come riportato anche nella premessa del Piano – è un documento di programmazione dinamico, che sarà quindi monitorato e aggiornato nel tempo, il cui obiettivo è quello di porre le basi per politiche sociali integrate, in ottica di welfare di prossimità, definendo obiettivi strategici e priorità d’intervento capaci di fornire servizi di qualità, in un contesto di risorse finanziarie scarse e domanda crescente.
«Mente con l’intento di mentire – proseguono i quattro sindaci – chi, sapendo che ai lavori hanno avuto voce in capitolo cittadini, associazioni di volontariato, assistenti sociali ed esponenti di ogni schieramento, definisce il corposo documento approvato, per motivazioni meramente politiche e personalistiche, un “piano sanitario senza anima né cuore, che non aiuta le persone in difficoltà e non risolve i problemi del distretto”. A tal proposito vale la pena ricordare che chi oggi contesta questo piano ha più volte parlato, durante la conferenza dei sindaci, di voler privatizzare i servizi sociali o, comunque, di voler ricorrere a forme giuridiche, come le fondazioni o le srl, che collidono con la natura pubblica dei servizi sociali e che, oltre a piegarsi più facilmente a interessi personalistici, non sono conformi a quanto consentito dalla normativa nazionale e regionale».
Il documento, al contrario, è stato redatto nello scrupoloso rispetto delle linee guida fissate dalla Regione Lazio, dando la priorità, con il coinvolgimento di tutti i comuni interessati e con la partecipazione dell’Azienda Sanitaria Locale (ASL) di Latina, a quelli che erano gli obiettivi realisticamente raggiungibili (meglio descritti nell’infografica).
«Il PSdZ – concludono – rappresenta un punto di partenza per attivare un processo innovativo, che possa replicarsi e migliorarsi nel futuro. Nel documento approvato, quindi, c’è tanta analisi del territorio, pieno rispetto delle normative, moltissima condivisione e poca politica. Chi afferma il contrario lo fa solo per interessi politici o personalistici che nulla hanno a che vedere con le reali esigenze dei cittadini chiamati in causa».