Marialuisa Fiore, presidente della Sezione di Fondi e dei Monti Aurunci di Italia Nostra Onlus e, parimenti, dell’associazione Minerva sezione locale scrive: “Oggi ho visto l’ultimo episodio della serie “La regina degli scacchi” su Netflix, tratta dal romanzo “The Queen’s Gambit” dello scrittore Walter Tevis.
Oltre alla storia che è davvero avvincente, ciò che ho apprezzato molto è la visione della figura femminile emersa attraverso la protagonista.
Stati Uniti, anni ’50 – 60′. Beth Harmon è un’orfana ferita dalla vita, eppure grazie alla sua grande intelligenza, alla sua caparbietà e al suo orgoglio riesce ad affermarsi in un mondo maschilista, sconfiggendo il campione mondiale di scacchi e guadagnando una grande fortuna che la rende indipendente dall’uomo.
È una donna forte, che va oltre le convezioni sociali, che sfida il mondo per trionfare, smentendo tutte le opinioni sulla donna del tempo.
E sapete qual è la cosa più bella? È stato un uomo a scrivere questa storia”.
L’autore è Walter Stone Tevis, uno scrittore statunitense, nato il 28 febbraio 1928 San Francisco, ed è morto il 9 agosto 1984 New York.
Quattro dei suoi sei romanzi sono stati trasposti in film: Lo spaccone, Il colore dei soldi, L’uomo che cadde sulla Terra, The Man Who Fell to Earth. I suoi libri sono stati tradotti in 18 lingue.
Il romanzo “La regina degli scacchi” non è ispirato a una storia vera…
Ma c’è una donna, una donna ungherese, che ha parzialmente ispirato la figura di Beth: si tratta di Judit Polgar, la più grande giocatrice di scacchi di sempre. Tevis si è ispirato a lei, una bambina prodigio proprio come la sua protagonista.