A fronte di 175.364 persone testate, i nuovi positivi oggi sono 14.522.
Il dato odierno porta il totale a 1.991.278, vicini alla soglia dei 2 milioni di casi.
I morti registrati nelle ultime 24 ore sono 553, un dato che fa salire il totale a 70.395 dall’inizio dell’emergenza.
Questi i dati del bollettino quotidiano della Protezione Civile e del Ministero della Salute.
Ieri le vittime erano 628 e i nuovi positivi 13.318 con 166.205 tamponi.
Il tasso di positività è sostanzialmente stabile e si assesta sull’8,2%.
Il Veneto si conferma la regione con il maggior incremento di casi Covid nelle ultime 24 ore, + 3.357: seguono Lombardia (+2.153), Emilia-Romagna (+1.129) e Campania (+1.067).
Tutte le altre regioni sono sotto i mille nuovi casi, compreso Lazio (+946) e Piemonte (+933).
Sotto i cento nuovi contagi Basilicata (+99), Molise (+27) e Valle d’Aosta (+11).
Scende il numero degli attualmente positivi che sono 598.816, in calo di 7.139 unità rispetto a ieri.
Aumentano i dimessi/guariti odierni che sono 20.494, per un totale di 1.322.067 dall’inizio dell’epidemia.
I pazienti in terapia intensiva diminuiscono di 63 unità nel saldo tra ingressi e uscite: gli ingressi giornalieri in rianimazione sono 216.
In totale ci sono ora in rianimazione 2.624 persone.
I ricoverati con sintomi nei reparti ordinari invece sono ora 24.546, in calo di 402 unità rispetto al giorno precedente.
Secondo i dati dell’Agenzia Nazionale per i Servizi Sanitari Regionali (Agenas), relativi alle rilevazioni di martedì 22 dicembre, cala al 38% la percentuale dei posti letto occupati da pazienti Covid, sotto la soglia di allerta del 40%.
Scende invece al 31% il numero delle terapie intensive occupate in Italia da pazienti Covid, ancora l’1% oltre la soglia di allerta.
In base al decreto del Ministro della Salute del 30 aprile 2020, la soglia di allerta di posti in terapia intensiva occupati da malati Covid è stata stabilita essere del 30%.
Dopo aver toccato un picco del 42% intorno al 17 novembre, ha iniziato una lenta discesa.
Oggi, a superare la soglia d’allerta sono sono 9 regioni, rispetto alle 14 di una settimana fa: Abruzzo (31%), Friuli Venezia Giulia (33%), Lazio (31%), Lombardia (42%), Provincia Autonoma di Trento (54%), Piemonte (42%), Puglia (37%), Umbria (34%) e Veneto (35%).
Per quanto riguarda i posti occupati in area ‘non critica’, ovvero nei reparti di medicina, pneumologia e malattie infettive, la soglia limite è stata individuata al 40% e ha toccato picchi del 52% nei giorni intorno al 10 novembre.
In base ai dati oggi disponibili è superata da 9 regioni, rispetto alle 10 di una settimana fa:
Emilia Romagna (52%),
Friuli Venezia Giulia (47%),
Lazio (42%),
Liguria (43%),
Provincia Autonoma di Trento (60%),
Piemonte (57%),
Puglia (41%),
Valle d’Aosta (51%),
Veneto (45%).