Sei parlamentari del Gruppo Misto Raffaele Trano (primo firmatario), Marco Rizzone, Alessandra Ermellino, Fabio Berardini, Silvia Benedetti e Nadia Aprile hanno presentato un’interrogazione a risposta scritta al Ministro della Salute e al Ministro dell’Università e della Ricerca.
Chiedono di sapere – premesso che il bollettino di aggiornamento del Ministero della Salute – Istituto Superiore di Sanità emesso nella giornata del 17 dicembre 2020 registra 67.220 morti dall’inizio della pandemia da COVID-19 e l’Italia è tra i primi Paesi al mondo per numero di decessi e, mentre gli esperti si confrontano per evitare gli effetti nefasti che una «terza ondata» di diffusione del Sars-Cov 2 genererebbe, c’è unanimità di vedute sull’impossibilità di una vaccinazione completa prima del 30 settembre 2021;
il Presidente degli Stati Uniti Donald Trump, sottoposto a terapia medica con «anticorpo monoclonale», è guarito in pochi giorni dalla malattia, nonostante le sue non ottimali condizioni fisiche; un articolo apparso il 17 dicembre 2020 su Il Fatto Quotidiano e su Il Fatto Quotidiano on line segnala che il farmaco è prodotto dalla BSP, azienda farmaceutica di Latina che, come consta personalmente agli interroganti, è all’avanguardia nella produzione di farmaci anti-tumorali.
In particolare tale farmaco è esportato negli Stati Uniti che sembra ne abbiano già acquistate 950.000 dosi ed in molti altri Paesi del mondo, le cui rispettive agenzie del farmaco hanno dato il via libera alla sperimentazione, realizzando anche un notevole risparmio, in termini economici, dell’uso della terapia intensiva e dei posti letto impegnati nei nosocomi; all’Italia – si legge nell’articolo – era stata data «la possibilità di usare questi anticorpi attraverso un cosiddetto “trial clinico”, nel quale 10 mila dosi del farmaco sarebbero state proposte a titolo a gratuito».
Mentre altri Paesi europei hanno avviato la sperimentazione, non è chiaro al momento a che punto sia l’Agenzia Italiana del Farmaco, suscitando forti preoccupazioni ed interrogativi da parte di medici e scienziati italiani di primaria importanza –: se non si ritenga opportuno, per quanto di competenza, rendere pubbliche le ragioni che hanno rallentato o bloccato la sperimentazione del farmaco e, nel secondo caso, se non si ritenga opportuno promuovere immediatamente la riattivazione dell’iter; se, considerati gli esiti della ricerca in oggetto e della stessa produzione del vaccino in Italia più volte evidenziata dallo stesso Governo e lo sviluppo che il settore farmaceutico in generale ha conseguito in questi anni, non si ritenga opportuno dotare i distretti virtuosi, come quello di Latina, di corsi di specializzazione post universitari, offrendo un percorso di studi altamente professionalizzante dove sono già attivi corsi di laurea in chimica farmaceutica”.