Italia Nostra Onlus è la più antica associazione ambientalista, fondata nel 1955 e la prima ad essere riconosciuta dal Presidente della Repubblica (Giovanni Gronchi per la cronaca) e non è insensibile a quanto sta accadendo attualmente. L’epidemia di covid-19 ha trasformato le nostre vite quotidiane e poiché l’associazione vanta tra i suoi esponenti medici stimati ed apprezzati ecco che, nell’ambito regionale, si sta registrando un qualificato dibattito interno. Il presidente della Sezione di Marino Mauro Abbate, medico laureatosi in Sicilia e specializzatosi nella sede prestigiosa di Cambridge analizza il presente: “Senza il lockdown oggi i morti sarebbero stati molti di più, ma con il lockdown non si può vivere e larghi settori della società finiscono in miseria, materiale e umana, foriera di molte altre disgrazie, anche sconosciute. Credo che un buon medico con il tempo veda le cose a riguardo con buon senso nella sua semplice e nuda verità: il lockdown è solo un’estrema forma di prevenzione, ma non è la soluzione del vero problema, che è clinico-sanitario. La soluzione ideale sarebbe il vaccino, o i vari vaccini proposti, che ci si augura siano disponibili al più presto.
Ma in loro mancanza molte altre efficaci misure possono essere prese: esame con tampone di tutti i cittadini, e particolarmente di quelli a rischio clinico per professione, età o presenza di altre malattie, isolamento dei contagiati (con massimo rispetto e attenzione nei loro confronti a livello clinico, umano e sociale, non vanno trattati come untori!). E poi uso di tutte le terapie disponibili per i malati, tra cui le più promettenti rimangono l’uso gli anticorpi monoclonali anti-covid 19, e di siero purificato di pazienti guariti (in pratica, esercitano la stessa funzione del sistema immunitario dopo la somministrazione di un vaccino). E per il resto molta attenzione nella prevenzione (mascherine, guanti, distanza, lavare le mani, sanificazione degli ambienti ecc), ma riprendendo a lavorare e vivere, per essere pronti, e creare le risorse per la fase del vaccino. Attualmente sembriamo veramente il fatidico cane che si morde la coda”. Da parte sua commenta il presidente della Sezione del Cassinate Angelo Spallino, stimato medico pediatra: “almeno si impari dagli errori commessi. Per me il peccato originale è stata la demonizzazione delle mascherine. Anche solo quelle chirurgiche, se usate da tutto il gregge, con il distanziamento di due metri, l’igiene delle superfici e delle mani, l’evitare assembramenti e luoghi affollati potrebbe far diminuire di molto il contagio. Ma si vedono già le mascherine mentoniere e frontali! Speriamo bene”. Mauro Abbate: “sinceramente mi sembra che si perda di vista l’obiettivo semplice e primario, in attesa del vaccino. Non bisogna isolare tutta la popolazione (lockdown), ma solo i malcapitati infetti.
Mi rendo conto che è un compito arduo e costoso, ma ogni giorno di lockdown affonda il PIL e l’Italia intera al costo di 47 miliardi al mese. Il Paese si indebita sempre di più, la miseria avanza, con essa problematiche e disgrazie anche imprevedibili. Nel laboratorio vicino casa mia il test Covid-19 costa 20 Euro. Suppongo sia alto a causa della legge domanda/offerta, e ci pagano tasse sopra. Allo Stato costerebbe molto meno. Così il Paese potrebbe riprendere le attività, e avere le risorse per riparare le perdite fin qui subite, e provvedere alle prossime esigenze. Gli infetti vanno poi trattati con ogni attenzione clinica, umana, sociale. Andava fatto fin dal primo momento”. Aggiunge Angelo Spallino: “È stato il secondo grosso errore: isolamento non assistito dei positivi o sospetti positivi e non tracciamento capillare dei contatti”. Replica Mauro Abbate: “Certo, si è preferita quella che un mio amico chiama “la cura dell’asino”, cioè la quarantena in stile medievale. Ora nei primi tempi era giustificata, rispetto ad un virus sconosciuto che si diffondeva a macchia d’olio. Ma nel contempo bisognava iniziare il controllo di tutta la popolazione con screening per discernere i sani dagli infetti, per continuare solo con questa misura (e tracciamento dei contatti con altri test da eseguire ecc), e con le ordinarie misure di prevenzione (mascherine, guanti, sanificazione, distanza ecc.). Farebbe anche stare tutti più tranquilli. Invece oggi tutti guardano tutti come possibili untori, forse malati, forse portatori sani, generando un’isteria collettiva socialmente pericolosissima. L’altro giorno alla fila della cassa di un supermercato una giovane donna ha inveito e per poco assalito un signore anziano, reo secondo lei di starle troppo vicina. Lui alla fine le ha risposto, e per poco non si azzuffavano. Solo l’intervento di una guardia di sicurezza e il mio per separarli e mettere pace ha evitato il peggio. A proposito della “cura degli asini”: dissento col mio amico, sono animali affettuosi e intelligentissimi, come voi sapete”. Controreplica Angelo Spallino: “Lo fossero alcuni dei nostri esperti”.