Un’odissea che pareva senza fine, per le oltre 1.400 persone imbarcate sulla nave da crociera Costa Victoria, 726 turisti e 776 membri dell’equipaggio. Gente delle più disparate nazionalità, tutti loro malgrado uniti nella cattiva sorte. Dopo l’imbarco dello scorso 7 marzo da Dubai, con l’ultimo porto, quello di Salalah, in Oman, toccato il 12, la nave era in viaggio nel Mar Mediterraneo Orientale, fino a quando la compagnia d’appartenenza ha disposto la sospensione di tutte le crociere per l’emergenza sanitaria legata alla pandemia da Covid-19, portandola a rientrare verso il Paese di cui la Costa Victoria batte bandiera: l’Italia. La nave giorni fa ha sbarcato a Creta una passeggera argentina positiva al coronavirus, ricoverata nell’ospedale isolano, infine è entrata in un porto italiano.
È infatti ormeggiata al porto di Civitavecchia, a poca distanza dalla capitale. Un marittimo di Formia in queste giornate ha contattato le testate giornalistiche del suo territorio chiedendo aiuto e, infine, evidenziando un duro sfogo: “Forse sarebbe stato meglio ammainare la bandiera italiana che portiamo, non ha più senso farla sventolare. Se questi colori non significano più nulla, sarà meglio riporla. Cosa devo dire a mia moglie? Quale altra scusa devo accampare con i miei bambini? Come faccio a spiegargli le belle parole che ho speso per fargli capire che quel drappo tricolore non fosse solo una bandiera colorata, ma il simbolo di un Paese, e pertanto andava maneggiata con rispetto? Quei colori ci rendono nazione. Per questo gliene ho spedita una grande, appena qualche giorno fa, da appendere al balcone. Poi lo stato di quella stessa bandiera, che ho comprato con tanto orgoglio, mi lascia in mezzo al mare, in balia degli eventi, che si preannunciato sempre più difficili.
Come faccio a spiegarglielo? Provo una profonda vergogna. Se non avessi il profondo rispetto dello Stato avrei fatto rimuovere la bandiera dal balcone, ma sarebbe stato troppo facile. Il difficile è desistere dal farlo”. Semplice l’appello suo e di tutti gli imbarcati: “Aiutateci a tornare a casa”. Il sindaco di Civitavecchia Ernesto Tedesco, nonostante le proteste con il ministro degli Interni Paola De Micheli, non era riuscito a impedire l’attracco nella sua città. E allora, non potendo agire sul mare, ha agito sulla terraferma della sua città. Ha fatto isolare il porto dai vigili urbani. Il primo cittadino, forte delle disposizioni governative, aveva dichiarato: “Per la città non devono girare turisti con le valigie o creare affollamenti”. La nave da crociera Costa Victoria era stata già respinta a Venezia e a Trieste, e, quindi, era entrata nel Mar Tirreno alla ricerca di un molo dove far sbarcare, in sicurezza come prevede un decreto del governo, i suoi passeggeri.
La nave era partita da Dubai lo scorso 7 marzo, poi la compagnia ha sospeso tutte le crociere. E infine ha gettato l’ancora nel porto laziale. Il sindaco di Civitavecchia ha spiegato: “Si procederà con le operazioni di sbarco che consentiranno ai passeggeri di salire su pullman che poi, da sotto bordo, li porteranno nei luoghi di destinazione”. Gli stranieri probabilmente saranno accompagnati all’aeroporto di Fiumicino. Servirà del tempo, intanto il porto è chiuso, almeno via terra. Via mare però le imbarcazioni continuano ad arrivare dalla Spagna: è la linea Grimaldi che collega la regione Lazio con Barcellona, e ora sono rientrati 76 italiani. Ma anche questa rotta va sospesa per il sindaco: “L’ho chiesto al ministro e so che il comandante del porto le ha scritto. Non capisco perché non organizzino dei voli charter”.
La città è in emergenza sanitaria, dovrebbero arrivare solo merci e generi alimentari e invece c’è la possibilità che tra due giorni attracchi un’altra nave da crociera, questa volta la Costa Diadema. Civitavecchia però non è l’unico porto del Tirreno che ha a che fare con navi che potrebbero essere a rischio. I nostri porti sono, ormai, tutti a rischio. Ma oggi la nostra gioia è grande nel sapere che il nostro concittadino del Golfo sta per riabbracciare (con estrema cautela) la moglie e i figli. Ora dovrà osservare una quarantena, ma per ora non vedrà più il tricolore che sventola sulla nave Costa Victoria ma quella esposto al balcone di casa sua.