Il Ministro della Salute Roberto Speranza sull’esito del bando per la chiamata di cinquecento infermieri da inviare negli ospedali delle città più colpite dall’epidemia dichiara: “L’Italia ha un cuore grande. Ne sono orgoglioso. Si è appena chiuso il bando della Protezione Civile per 500 infermieri disposti a lavorare sul campo per combattere il nuovo coronavirus. Hanno partecipato oltre 9.400 donne e uomini, di ogni età e di ogni regione. Grazie. Ce la faremo”. Il bando è rimasto online 48 ore, e alla sua scadenza, sabato 28 marzo alle 20, sono state registrate 9.448 candidature. Afferma Barbara Mangiacavalli, presidente della Federazione nazionale degli ordini delle professioni infermieristiche: “Sono infermieri esperti nelle specialità necessarie a quelle zone, dalla terapia intensiva alla pneumologia. Non abbiamo mai avuto dubbi come Federazione sulla preparazione, la volontà di vicinanza e di non lasciare mai soli colleghi e cittadini e questa ne è la prova.
Grazie a loro e alla loro volontà, grazie da parte della Federazione, ma ritengo questo sia un grazie che tutto il Paese, e il ministro della Salute Speranza lo ha fatto per primo, gli rivolge in questo momento. E da domani, da quando la Protezione civile selezionerà chi di loro potrà andare ‘al fronte’ della pandemia, i nostri esperti in maxi emergenze saranno li, uniti alla Task Force di cui ora fanno parte i 300 medici scelti con lo stesso criterio, per formare davvero una prima linea d’assalto senza precedenti contro il virus”. La costituzione di un’unità tecnico infermieristica è prevista dall’Ordinanza del Capo del Dipartimento della Protezione Civile 656 del 26 marzo. Il provvedimento stabilisce che la selezione sarà fatta dal Dipartimento stesso sulla base delle esperienze professionali delle seguenti categorie di operatori: infermieri dipendenti del Servizio sanitario nazionale; infermieri dipendenti da strutture sanitarie anche non accreditate con il Servizio sanitario nazionale; infermieri libero professionisti anche con rapporto di somministrazione di lavoro.
Commovente la generosità dell’Albania che si affianca alla Russia, a Cuba e alla Cina nel sostenere l’Italia, a differenza di alcuni paesi dell’Unione Europea che si sono trincerati in un egoismo vergognoso. Ricco di pathos il discorso del primo ministro della Repubblica di Albania Edi Rama che ha accompagnato all’aeroporto di Tirana i componenti di una delegazione medica che sono poi atterrati a Verona per essere impiegati negli ospedali della zona rossa di Brescia. Il premier del Paese delle Aquile ha dichiarato: “Lo so che a qualcuno qui in Albania sembrerà strano che trenta medici e infermieri della nostra piccola armata in tenuta bianca partano oggi per la linea del fuoco in Italia. So che trenta medici e infermieri non risolveranno il rapporto tra la forza micidiale del nemico invisibile e le forze in tenuta bianca che lo stanno combattendo sulla linea del fuoco da quella parte del mare.
Ma so anche che laggiù è oramai casa nostra da quando l’Italia e le nostre sorelle e fratelli italiani ci hanno salvati, ospitati e adottati in casa loro quando l’Albania versava in dolori immensi. Noi stiamo combattendo lo stesso nemico invisibile e le risorse umane e logistiche della nostra guerra non sono illimitate, ma oggi noi non possiamo tenere le forze di riserva in attesa che siano chiamate, mentre in Italia, dove si stanno curando in ospedali di guerra anche albanesi feriti dal nemico, hanno un enorme bisogno di aiuto. È vero che tutti sono rinchiusi dentro le loro frontiere, anche Paesi ricchissimi hanno girato la schiena agli altri, ma forse perché non siamo ricchi ma neanche privi di memoria, non ci possiamo permettere di non dimostrare all’Italia che gli albanesi e l’Albania non abbandonano mai l’amico in difficoltà. Questa è una guerra in cui nessuno può vincere da solo. E voi coraggiosi membri di questa Missione per la Vita state partendo per una guerra che è anche la nostra. Oggi noi siamo tutti italiani. E l’Italia la deve vincere questa guerra, anche per noi, per l’Europa e per il mondo intero. Che Dio vi benedica tutti”.