“Tutto il Paese si sta preparando al termine del lockdown per contenimento e prevenzione del Coronavirus pensando ai tanti modi in cui poter ripartire, iniziando dalle misure specifiche per chi si trova in difficoltà nei vari settori, compreso quello sociale e delle utenze. L’Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente (ARERA) ha inviato una segnalazione a Governo e Parlamento in cui evidenzia il bisogno di norme specifiche e risorse per il dopo – emergenza in materia di bonus sociali, misure per il settore idrico, energia e rifiuti, nell’ottica di mitigare, per quanto possibile, le eventuali situazioni di disagio e criticità che si sono concretizzate in questo periodo. ARERA esorta a definire nuovi strumenti più strutturali, poiché le misure emergenziali attuali non potranno essere mantenute nel tempo, pena la perdita di solidità economico-finanziaria per intere filiere settoriali, con ricadute negative, in ultima istanza, sui clienti finali di energia elettrica e gas naturale e per gli utenti del servizio idrico integrato e del servizio di gestione dei rifiuti (urbani e assimilati).

Bonus Sociali

La proposta di ARERA, è quella di valutare una norma che preveda il rinnovo automatico per ulteriori 12 mesi (senza soluzione di continuità) dei bonus con scadenza prevista tra il 1° marzo e il 31 dicembre 2020 e istituire, di fatto, un automatismo per energia, gas e acqua (il “riconoscimento automatico dei bonus” è già previsto a partire dall’anno 2021 nel Decreto legge 124/2019) e avvio del bonus rifiuti. «La proposta si rivela buona – afferma Franco Conte, responsabile nazionale settore Energia e Utenze di Confconsumatori – così da evitare inutili adempimenti burocratici, soprattutto in un periodo in cui la mobilità è ancora limitata, e allo stesso tempo ottenere di fatto una anticipazione del criterio della automaticità del rinnovo dei bonus sociali che abbiamo sempre sostenuto come associazione». Un ulteriore contributo in questo settore – precisa ARERA in una nota – potrebbe giungere dal previsto Decreto della Presidenza del Consiglio dei Ministri con i criteri attuativi che consentiranno all’Autorità di avviare il bonus sociale anche per il settore rifiuti. «Sarebbe auspicabile – prosegue Franco Conte – che si ponesse mano in maniera seria e consistente ai limiti reddituali per l’accesso ai bonus sociali. Attualmente hanno diritto ai bonus sociali nuclei familiari con ISEE non superiore a 8.265€ che sale per le famiglie numerose (almeno 4 figli a carico) a 20 mila euro. Questi limiti reddituali sono troppo bassi in tempi diciamo di “normalità” figuriamoci in questo periodo di emergenza. È assolutamente
necessario allargare la platea degli aventi diritto, ma allo stesso tempo sarebbe opportuno che tali costi vengano caricati sulla fiscalità generale in modo da incominciare ad alleggerire la bolletta energetica».


Settore Energetico

Nel documento ARERA ha individuato solo degli interventi a tutela delle PMI focalizzandosi solo sulle quote fisse della bolletta elettrica, riducendo o azzerando le componenti fisse di “trasporto e gestione del contatore” e degli “oneri generali”: questa novità – sostiene l’Autorità potrebbe produrre per il settore un impatto notevole, determinando – ad esempio per gli esercizi che hanno dovuto sospendere la propria attività durante l’emergenza – una notevole riduzione della bolletta. «La proposta – ricorda l’esperto di Confconsumatori – non prende
minimamente in considerazione le utenze domestiche, che sappiamo aver avuto in questo periodo di limitazioni, notevoli incrementi in termini di volumi di consumo e quindi di spesa finale delle bollette. Non possiamo non ricordare al Governo e all’Autorità che è necessario
dare anche alle famiglie italiane un sostegno, in concomitanza tra l’altro con la forte contrazione del costo dell’energia elettrica e del gas. Dobbiamo però ricordare che la contrazione del costo dell’energia inciderà solo sulle utenze servite in maggior tutela mentre per le utenze del mercato libero sarà necessario di volta in volta riconsiderare i singoli contratti sottoscritti soprattutto laddove il contratto scelto è a prezzo fisso. Un aiuto economico alle utenze domestiche può passare anche attraverso una rimodulazione degli oneri generali di sistema e sulle quote fisse come proposto dalla ARERA per le PMI ma esteso quindi anche alle utenze domestiche».


Servizio idrico
In questo settore, l’Autorità invita Governo e Parlamento ad adottare misure di potenziamento di strumenti già previsti dalla normativa, auspicando interventi di rafforzamento del “Fondo di garanzia per gli interventi finalizzati al potenziamento delle infrastrutture idriche” istituito presso la CSEA. Questo intervento normativo – spiega ARERA – oltre a dare mandato all’Autorità stessa per una gestione semplificata del Fondo sugli aspetti di competenza, integrerebbe le risorse disponibili con uno stanziamento di 100 milioni di euro (a carico della
finanza pubblica, per gli anni 2020-2021) al fine di aumentare la platea degli interventi realizzabili e l’effetto leva sugli investimenti. Stessa finalità, precisa ARERA, avrebbe lo stanziamento risorse statali aggiuntive per la sezione “acquedotti” del Piano nazionale idrico, rispetto agli attuali 40 milioni di euro/anno previsti fino al 2028. La concessione, secondo Confconsumatori, se attuata concretamente, dovrà essere sottoposta a rigide procedure dicontrollo e verifica costante sul reale operato dei gestori idrici. «L’ipotesi – spiegano da Confconsumatori – di prevedere ulteriori fondi statali, e che quindi gravano sulla fiscalità generale, in favore dei gestori idrici per attività che avrebbero già dovuto
porre in essere, ci induce inevitabilmente a considerare almeno l’eventualità che la concessione di questi sia sottoposta a severe procedure di controllo su quanto fatto realmente dai gestori con verifiche che tengano realmente conto della riduzione significativa in termini percentuale della quota di dispersioni idriche esistente su ciascun territorio di competenza».

Settore rifiuti

In questo settore l’Autorità chiede strumenti per la mitigazione degli effetti dell’emergenza epidemiologica, per gli utenti non domestici, coerentemente con il principio “chi inquina paga”: ciò potrebbe rendere necessarie risorse quantificabili in circa 400 milioni di euro. Un ulteriore intervento normativo, secondo ARERA, dovrebbe sostenere le iniziative assunte dai Comuni o da altri gestori delle tariffe a tutela degli utenti, disponendo che l’Autorità istituisca un sistema per la perequazione dei relativi costi. «Anche in questo frangente – puntualizza Confconsumatori – non si citano le utenze domestiche che, al pari delle PMI, avrebbero la necessità di ottenere misure di sostegno. In questo caso l’Autorità individua diverse tipologie di soggetti più meritevoli di sostegno”.

Per informazioni
Confconsumatori – Latina