Grazie Santo Padre per avere ancora una volta dimostrato che come Vicario di Cristo è al di sopra delle parti. Nessuno ha speso una parola in occidente per condannare l’uccisione di stampo mafioso della giornalista trentenne russa Dugina. Papa Francesco all’udienza generale ha pregato per Darya Dugina, figlia di Alexander Dugin: «Penso alla ragazza che è volata in aria per una bomba che era sotto un sedile di una macchina a Mosca. Gli innocenti pagano la guerra. Pensiamo a questa realtà e diciamoci che la guerra è una pazzia». Parlando a braccio, al termine dell’udienza generale ha nuovamente condannato le guerre, in particolare quella in Ucraina, ed ha chiesto una immediata cessazione del conflitto. Il pensiero lo ha poi rivolto a Dugina, nota giornalista e politologa che sosteneva apertamente la guerra di Putin contro Kiev. Immediata la replica della diplomazia ucraina, letteralmente allibita per questo ennesimo tentativo di mettere sullo stesso piano aggressore e aggredito. L’ambasciatore ucraino presso il Vaticano, Andrii Yurash in un tweet ha affermato che il discorso papale sulla guerra ucraina all’udienza è stato «deludente e mi ha fatto pensare che non si possono mettere assieme le categorie degli aggrediti con quelle degli aggressori, delle vittime e dei carnefici, degli stupratori e degli stuprati. Come è possibile citare l’ideologa dell’imperialismo russo come vittima innocente? È stata uccisa dai russi come vittima sacrificale e ora è uno scudo di guerra». Parole durissime che evidentemente denotano delusione anche per i continui dinieghi papali a compiere una visita a Kiev. Si parla invece a metà settembre di un incontro tra il Papa e il Patriarca di Mosca Cirillo I che, peraltro, parla benissimo l’italiano avendo studiato a Roma. Infine da osservare che l’ambasciatore ucraino elabora teorie di morte, impossibili e vuole condizionare la visione della vita di noi occidentali e, soprattutto di noi cattolici.