Christian Abbiati, portiere affidabile e abile nelle uscite – “Quando ci si mette il caso, verrebbe da dire. L’esordio in serie A di questo bravo portiere è dovuto parecchio al tramonto di una leggenda dei pali come Sebastiano Rossi. Il fattaccio risale alla partita del Milan contro il Perugia del nipponico Nakata e che mandò su tutte le furie l’allenatore rossonero Zaccheroni (17 gennaio 1999, Milan – Perugia 2 – 1).
Al 92’ di gioco, Rossi, grande numero uno milanista ma anche molto esuberante, con una manata che certamente avrebbe ispirato un altro racconto di boxe dell’americano Jack London stende al tappeto l’attaccante Bucchi, in area di rigore e dopo un penalty segnato dai grifoni.
Un fallo inutile, che sfiorò la dabbenaggine, e per cui Rossi pagherà un salato dazio al timoniere Zaccheroni, un prezioso obolo al nocchiero della panchina dei Diavoli: l’esclusione dalla maglia di titolare. Dunque cartellino rosso e debutto di Christian Abbiati, partito a inizio campionato dal ruolo di terzo portiere. Da quel giorno inizia l’ascesa di questo ragazzino (nel gennaio del ’99 Abbiati non ha ancora compiuto ventidue anni).
Si dimostra subito un estremo difensore abile nelle uscite e fidato, guardiano della rete come lo era Talo per Creta. Infatti col Millan vincerà subito lo scudetto, mitico campionato centrato ai danni della Lazio, con il sorpasso sui biancazzurri alla penultima giornata del girone di ritorno. Un ragazzo sincero che spesso si prendeva le colpe che non aveva. In Nazionale quattro presenze e tre gol subiti. Prima partita il 30 aprile nel 2003, giocando un discreto incontro e senza patire l’emozione della novità.
Eppure era un periodo in cui col Milan non riusciva ad andare in campo neanche un minuto. Stadio di Ginevra, Svizzera – Italia 1-2. Sostituito da Pelizzoli negli ultimi minuti del match. Dopo sette anni coi rossoneri, Abbiati indosserà la maglia della Juventus. I bianconeri lo prendono in prestito per sostituire Buffon seriamente infortunatosi durante il trofeo intitolato a Luigi Berlusconi, il papà di Silvio. Poi un anno col Torino, da titolare (2006 – 2007) e quello successivo ancora in prestito ma questa volta in Spagna, con l’Atlético Madrid.
Magri successi e il ritorno, fino a conclusione carriera nel 2016, col Milan. Il Milan del vecchio Herbert Kilpin, che a vent’anni venne in Italia, stabilendosi dapprima a Torino, e nel 1899 fondò il club milanese con più titoli a livello internazionale. Nella casa rossonera tanti campioni ritornano, per appendere le scarpe al chiodo!” Articolo di Pierluigi Larotonda disegnatore Stefano Cipolat