Il Tribunale di Latina sezione penale, presieduta dal dottor Francesco Valentini e composta dai giudici dottoressa Assunta Fosso ed Enrica Villani ha assolto il professore Salvatore Forte dall’accusa di peculato e abuso d’ufficio, perché il fatto non sussiste.
Il tutto risale al 2009 quando il professore Forte ricopriva l’incarico di Dirigente dell’Istituto Comprensivo di Castelforte venne accusato da alcuni genitori di irregolarità commesse da lui tra il 2007/2009, nell’organizzazione scolastica, nelle attività e nella difesa dell’autonomia scolastica da ingerenze politiche.
Sono state avviate così una serie di ispezioni e controlli tesi ad acquisire prove e documenti contro la gestione dirigenziale dell’I.C. di Castelforte.
L’Ispettrice dell’USR Puntieri segnalò una situazione di disagio ambientale mentre le relazioni del ragioniere Dall’Ara dell’USR, in azione ispettiva, avevano evidenziato irregolarità e presunti abusi, infine il Consiglio Comunale, aveva richiesto l’allontanamento del dirigente Forte, con una requisitoria che parlava di “giorno buio della storia di Castelforte”.
Il tribunale, si legge nella sentenza, non ha riscontrato irregolarità, né abusi, smentendo le accuse e accusatori, nei progetti di partenariato Comenius, che hanno proiettato in Europa l’I.C. di Castelforte; nei progetti pluriennali e-learning, che hanno favorito l’aggiornamento dei docenti nelle nuove tecnologie con una innovativa piattaforma di Istituto, e la creazione con finanziamenti della Fondazione Roma di due laboratori multimediali; nei progetti di territorio con l’apporto della Provincia; nelle nomine a figure esperte anche esterne qualificate.
È stato così evidenziato che la progettazione promossa e sostenuta dal dirigente Forte è stato il valore aggiunto che ha comportato notevoli finanziamenti per l’I.C. di Castelforte e la qualità dell’offerta formativa di cui hanno beneficiato gli studenti compresi i soggetti diversamente abili.
Soddisfatto il professore Salvatore Forte che dopo anni vede finalmente una via di uscita ad una situazione che aveva compromesso il suo onore e la sua dignità umana e professionale: “È stata così scoperta l’azione degli accusatori e calunniatori individuabili negli articoli di stampa e negli atti dell’epoca ai quali non resta che vergognarsi per aver esposto al pubblico una persona con comportamenti di una violenza inaudita, ingiustificabili lontani dalla giustizia e della verità”.