Le risorse ittiche rappresentano una fonte vitale di nutrimento e benessere per miliardi di persone nel mondo. Tuttavia, in un recente incontro organizzato dalla Ocean Sanctuary Alliance, le Nazioni Unite hanno lanciato un allarme preoccupante: nel futuro è previsto che la maggior parte delle specie ittiche sarà scomparsa a causa di cambiamenti climatici, pesca eccessiva e degrado degli ecosistemi marini.
Una serie di studi recenti, in particolare sulla ricerca condotta dall’Università della Columbia Britannica (UBC) nell’ambito del programma Nereus, e che analizza l’interazione tra fattori ambientali, economici e sociali legati alla pesca globale, hanno portato in superficie questo problema. Sono stati consultati esperti e rappresentanti di nazioni colpite per valutare le politiche attuate e le misure necessarie per affrontare la crisi.
Le cause dell’estinzione delle Risorse Ittiche sono: il cambiamento climatico, la pesca eccessiva e il degrado degli ecosistemi. Il calo delle risorse ittiche avrà conseguenze economiche e sociali significative. Attualmente, oltre quattro miliardi di persone dipendono dal mare per il cibo; tale numero è previsto crescere a sette miliardi entro il 2030. William Cheung, co-direttore del programma Nereus, sottolinea che i cambiamenti nella composizione delle specie ittiche reperibili influenzeranno l’intero sistema di approvvigionamento alimentare.
Diverse nazioni stanno già attuando misure per contrastare la crisi. Ad esempio, le Bahamas hanno promesso di aumentare le aree marine protette, mentre l’Italia ha avviato un’iniziativa per creare riserve marine nazionali. Negli Stati Uniti e in Europa, si discute di migliorare la governance degli oceani e di implementare politiche di pesca sostenibili.
Per evitare un futuro in cui i pesci diventino una rarità sulle tavole, è fondamentale prendere decisioni coraggiose e rapide. Gli scienziati dell’UBC raccomandano di ridurre le emissioni di CO₂ e di migliorare la gestione delle risorse marine. Solo con l’impegno globale e la collaborazione tra paesi sarà possibile preservare la biodiversità marina per le generazioni future.