Associazione Cittadini per la Tutela dei Beni Comuni di Formia Anna De Meo, Associazione Comunità del Lazio Meridionale e delle Isole Pontine Patrizia Menanno, Associazione Pendolari Stazione di Minturno Scauri Francesco Valerio, Confconsumatori Latina Franco Conte, Comitato Acqua Gaeta Michele Vaudo, Laboratorio Socio Politico San Giacomo Gaeta Marcello Di Marco, La Barba di Giove Mariarita Manzo, Sud Pontino Social Forum Biagio Magri hanno sottoscritto un documento congiunto dal titolo estremamente significativo “Sindaci, attenzione! I Territori “ostili” vi osservano!” e del seguente tenore: “La proposta di Deliberazione n. 8 che sarà presentata in Conferenza dei Sindaci dell’ATO4 lunedì 1 febbraio ci appare, sotto tanti aspetti, improponibile e inaccettabile.
Nella stessa proposta sono affrontati diversi aspetti, tutti ugualmente rilevanti, dalle modalità di riscossione delle morosità agli ulteriori aumenti della tariffa idrica, alla richiesta di approvazione di procedure che permettano interventi sui contatori non accessibili accompagnati dalla polizia locale in zone definite, con linguaggio fortemente discriminatorio, “storicamente ostili alle attività del Gestore”.
Cominciando dai dati sulla morosità forniti dal gestore Acqualatina, risulta un’elevata percentuale di debiti proprio a carico degli enti pubblici. Infatti, dei 17 milioni di euro di bollette non pagate, a bilancio aggiornato 2019, ben il 14%, cioè quasi 2 milioni e mezzo di euro, è rappresentato da mancati pagamenti fatti dagli enti pubblici e quindi anche dagli stessi Sindaci che siederanno in Conferenza e decideranno quali ulteriori misure di recupero mettere in campo a carico dei cittadini/utenti.
Questa morosità è già a carico della collettività attraverso il pagamento dei tributi locali ma che si riverbera ulteriormente sulle utenze del servizio idrico attraverso gli ulteriori aumenti della tariffa.
Già nel 2016, i Sindaci, che ricordiamo siedono in Conferenza, approvarono un aumento sulla tariffa (del 9% – oltre 15 milioni di euro – spalmato a partire dal 2020) proposto dal Gestore il quale, contestualmente presentava, a sostegno della sua richiesta, anche una serie di azioni necessarie per poter ridurre la morosità nei successivi anni fino a farla rientrare nei valori decisi dall’ ARERA per il Centro Italia (3,8%) per l’annualità 2020.
Ebbene oggi siamo punto e a capo!
Il Gestore lamenta ancora il mancato introito di ulteriori 17 milioni di euro e chiede quindi ancora un aumento della tariffa non essendo riuscito a fare nulla per recuperare le morosità pregresse riportandole ai valori di media nazionale.
Lunedì prossimo i Sindaci si appresteranno ancora una volta ad avallare l’inefficienza del Gestore che non ha saputo recuperare la morosità e si limiteranno solamente ad acconsentire a ulteriori richieste di aumenti tariffari.
Come dire che nel 2016 la responsabilità della eccessiva morosità da recuperare non era di Acqualatina e pertanto si richiedevano e si accordavano aumenti con la promessa di recuperare la morosità nei limiti di valori normali nel quadriennio successivo, ma ora nel 2021 ai 15 milioni del 2016 se ne aggiungono 17 milioni ancora da recuperare, con la necessità di ulteriori aumenti.
Bisogna anche ricordare che ad oggi il Gestore non segue neanche le procedure previste per la riscossione delle morosità definite dall’Autorità (ARERA).
A tutto ciò si aggiunge anche la beffa della richiesta della possibile attivazione della procedura di riscossione del debito che consente ai gestori di procedere con l’iscrizione a ruolo della tariffa del servizio idrico integrato sul presupposto che il servizio è di rilevanza pubblica e pertanto il corrispettivo di tale servizio è da considerarsi tributo.
Dunque i Sindaci potrebbero autorizzare la Segreteria Tecnica, in accordo con Acqualatina, ad utilizzare una procedura di riscossione del debito nei riguardi dei cittadini/utenti con le modalità adottate da Ente pubblico.
Non bisogna, invece, dimenticare che Acqualatina è una società di diritto privato che ogni anno nel suo Bilancio dichiara un utile sempre crescente a fronte di un servizio di approvvigionamento sempre più carente.
I mancati interventi del Gestore nel recupero e riduzione delle perdite idriche, i mancati investimenti volti alla tutela e salvaguardia delle sorgenti sono causa di inefficienza e continui disservizi che incrementano atteggiamenti di rivalsa da parte dei cittadini ed un inevitabile incremento delle stesse morosità.
A questo punto ci chiediamo se i Sindaci che rappresentano gli interessi della intera utenza sono consapevoli di apprestarsi ad approvare un ulteriore aumento del 10% sulla tariffa da aggiungersi a quello del 9% già in vigore e soprattutto sono consci che stanno avallando e sostenendo la possibilità che Acqualatina metta l’intera utenza della provincia nelle mani della riscossione pubblica con la emissione di cartelle e ingiunzioni di pagamento che contengano le morosità contribuendo a mettere in ginocchio i cittadini già eccessivamente vessati, ai quali viene fornito un servizio idrico che tutti sappiamo essere non efficiente e oggi anche esposti al pericolo di azioni esecutive.
Approvare la riscossione pubblica significa autorizzare i pignoramenti, i fermi amministrativi delle auto ecc.
I Sindaci vogliono veramente addirittura questo?
Quando poi essi stessi come enti pubblici sono morosi e nulla fanno per recuperare quanto non versato dagli enti pubblici?
E davvero vogliono avallare la richiesta dell’intervento della polizia locale nei “territori particolarmente ostili”, resi tali da un Gestore che pretende il pagamento anche di acqua torbida, dallo stesso Gestore definita “melmosa”, perché comunque considerata potabile e dunque da fatturare??!”