6 aprile, Carbonara day: il gusto della tradizione

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Non sappiamo se si tratta della pasta più amata dagli italiani ma certamente gli spaghetti alla carbonara ci riportano al ricordo della tradizione, soprattutto quello delle vecchie trattorie romane: la tovaglia era di carta, il bicchiere di vetro grosso serviva sia per il vino che per l’acqua e l’antipasto misto di rado andava al di là del salame con le olive. Un mondo ormai perduto persino a Trastevere? Qualcosa rimane ancora ma quello che certamente persiste è la passione per la Carbonara.

Oggi celebriamo il Giorno della Carbonara e il suo rito si compone di cinque ingredienti: guanciale, pecorino romano, uova fresche, pepe nero e spaghetti. Nel 1954, sul numero di agosto della Cucina Italiana, appaiono le indicazioni per preparare gli Spaghetti alla Carbonara, una “ricetta richiesta”, cioè pubblicata in seguito alla richiesta di un lettore. Dunque, la popolare rivista mensile La Cucina Italiana (nata a Milano nel 1929) fu la prima a pubblicarne la ricetta ma con ingredienti, sentite un po’, proprio lontani dal gusto popolare: spaghetti, pancetta, gruviera, aglio, uova, sale e pepe. Occorre sottolineare che si trattava di un giornale che accompagnava le casalinghe della borghesia e quindi si preferì indicare il Gruviera anziché il pecorino. Per nostra fortuna la Carbonara con guanciale e pecorino vinse su tutte le varianti, alcune davvero improponibili, sorte qua e là a rovinare un piatto semplice semplice.

La carbonara classica vuole il salume di guancia. Negli anni Ottanta addirittura molte autori consigliavano l’aggiunta di panna e ancora oggi alcune riviste ne propongono versioni rivisitate ma quella vera, l’unica e originale, pretende pecorino romano, guanciale, pepe nero e uova. E spaghetti!