È Federica Sanguigni la vincitrice della XXXVI edizione del Premio Nazionale di Poesia “Libero de Libero”.
La poetessa di Fondi ha conquistato la giuria con la silloge “È una strada impervia”.
Il tradizionale incontro culturale si è svolto nella serata di sabato 16 gennaio presso l’ex chiesa di san Giovanni Gerosolimitano, allestita a Museo (molto apprezzato dai presenti) dalla Associazione Confronto che sin dalla prima Edizione organizza il Premio.
Hanno presenziato alla manifestazione il sindaco Beniamino Maschietto, il vice-sindaco Vincenzo Carnevale e l’eurodeputato Salvatore De Meo.
La manifestazione è stata trasmessa in streaming grazie al supporto tecnico di Stefano Nesti.
I pochi presenti hanno seguiti la cerimonia in forma distanziata e nel pieno rispetto delle normative anticovid.
Il quasi surreale e storico ambiente ha fatto da cornice all’atmosfera della poesia in ricordo del poeta di Fondi Libero de Libero.
Tra i relatori don Luigi Mancini, che ha esposto un excursus culturale dal titolo “De Libero e la Pandemia”, approfondendo il rapporto tra poeti e scrittori e le epidemie che hanno segnato la storia.
“De Libero – ha ricordato – considerava la morte e l’infinito senza retorica, senza condizione”.
In video sono intervenuti la scrittrice Valentina Notarberardino, che ha sviluppato un raffronto tra il suo precedente lavoro “Poesie” di “de Libero” e il significato del “paratesto” racchiuso nel suo ultimo libro “Fuori di testo” e Gerardo Vacana, amico di de Libero e che di anno in anno propone nuovi aspetti sulla figura e l’opera del poeta.
Tra i vari riferimenti che hanno catturato l’attenzione del pubblico, in sala e a casa, anche la storia del “Pastore di Fondi”.
Il presidente del Consiglio provinciale di Frosinone Luigi Vacana ha evidenziato la simbiosi che sussiste tra la terra pontina e la Ciociaria, tra Fondi e Patrica in nome di Libero de Libero.
Il dottor Gino Fiore ha declamato alcune poesie “deliberiane” interpretando con passione quelle dei finalisti.
Cosmo Pasciuto, con la raccolta “Il lampionaio delle stelle” ha ricevuto una menzione speciale e ha dato una valida testimonianza sul poeta di “Romanzo”.
Ecco la motivazione:
“Con la sua poesia ci ha riproposto la fascinosa e mitica figura del lampionaio che accende e spegne le luci illuminando cuori e coscienze e ci ispira a guardare oltre. Chissà se esiste un lampionaio che di notte accende tutte le stelle. Fantasia e sogno si integrano all’unisono. Cosmo Pasciuto ha pubblicato un libro dal titolo “ E nessuno risponde”…ecco abbiamo risposto noi considerando la sua poesia”.
Tra i finalisti anche Mario Narducci con “Via delle bone novelle”, Stefano Di Pietro, con “Il tetto della casa sull’albero” e Luca Agostini con “Le mie prime poesie”.
La silloge vincitrice, come previsto dal bando del premio, verrà pubblicata.
Un estratto della sua poesia “Mi affaccio”:
Mi affaccio
alla finestra della tua assenza
in una mancanza
che lacera il cuore
più di una lama affilata.
Mi arrampico
sul ramo più alto
del mio struggimento.
I miei occhi
stillano gocce evanescenti
che offro alla luna.
Odo
nella notte
il pianto di una gatta.
Mendica
invano
una carezza.
Vibra di solitudine a una stella
caduta senza desideri da esprimere.
È un gemito straziante
che strozza la gola.
Frugo tra le stelle
in cerca di quel desiderio naufragato
sperando
invano
di recuperarlo.
Cessa il suo lamento
la gatta
destando i miei pensieri.
Il suo sollievo
parla al mio scoramento.
Una chiave gli porge.
Indugia la mia pena.
Sa che il dolore non delude.
La felicità, sì.
Una sciarpa rossa comprai
(contro la violenza sulle donne)
Una sciarpa rossa comprai.
La indossai senza vergogna.
“Perché quella sciarpa?”
Mi chiedevano senza domandare.
– I miei occhi urlavano muti –
Comprai quella sciarpa rossa
per coprire i segni del suo passaggio.
La mia pelle guarì.
Scomparvero i lividi.
La sciarpa rossa tolsi.
– I miei occhi gridavano ancora –
Era autunno.
Trascorrevo i giorni a osservare le foglie.
– Io, come loro stavo –
Caddero quelle foglie e si intristirono i rami.
Nel mio cuore
Sentivo ancora il dolore
scavare solchi profondi.
Vi nascosi la paura.
– La paura di lui –
Avevo sognato carezze dalle sue mani.
Le avevo sentite stringere
e stringere ancora.
E capii che in fondo
ero morta quel giorno
e quello dopo ancora
quando la sciarpa rossa comprai.
Cammino tra la gente senza fare rumore.
Invisibile il danno.
Ma i miei occhi parlano ancora.
– Perché? –
La motivazione della giuria
Questa la motivazione che ha coronato la sua vittoria della XXXVI Edizione del Premio.
“Una poesia toccante e vibrante la sua, basata sull’introspezione e il senso della vita. Esperienze, delusioni, il tormento dell’oblio caratterizzano il suo percorso dell’animo richiamato a molteplici aspirazioni.
Un taglio poetico che ci richiama alla lirica “deliberiana”. Contemplazione della realtà attraverso lo stimolo e l’aspirazione della Poesia. E lo sguardo si rivolge ai temi sociali intrisi nella poetica di Federica Sanguigni capace di trasmettere emozioni nelle quali ci identifichiamo”.
Per conoscere meglio Federica Sanguigni
Federica Sanguigni vive a Fondi ed è membro del Consiglio Direttivo dell’Associazione Culturale “Musicinecultura” all’interno della quale, oltre a collaborare all’organizzazione di eventi, si occupa anche di recensione di testi narrativi e poetici, nonché di presentazioni di libri in generale.
Membro di giuria in concorsi letterari, è anche autrice dell’atto unico teatrale “È solo colpa mia”, tratto dall’omonimo proprio racconto risultato vincitore di un concorso indetto a Reggio Calabria. Uno sguardo attento anche a temi sociali, quali la violenza sulle donne e la condizione patita dalle persone diversamente abili e sicuramente bisognevoli di maggiori attenzioni, fanno di Federica un’autrice completa. Un’artista che sa mettere a disposizione dei propri lettori non solo l’arte intesa come forma espressiva, quale frutto di raffinata creazione, ma anche concreto strumento di sensibilizzazione in ambito sociale.
La manifestazione ha ottenuto il sostegno della Regione Lazio-Crea, Comune di Fondi, Banca Popolare di Fondi.
Nel corso della serata sono stati ricordati il nipote del poeta, Libero de Libero, omonimo, sempre presente al Premio e Mario Carroccia, poeta anch’egli che in ogni edizione del “De Libero” amava salutare i presenti con una sua poesia.
Un saluto particolare il prof. Gerardo Vacana lo ha apportato a Leone D’Ambrosio, non presente per indisposizione fisica, che da anni cura i rapporti con poeti e relatori a livello nazionale.