Addio buche stradali, il nuovo asfalto che si ripara da solo

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Non è fantascienza ma semplicemente un risultato ottenuto grazie all’utilizzo dell’Intelligenza Artificiale e di un processo chimico esistente in natura. Arriva dall’Inghilterra l’asfalto che si ripara da solo. Nel Regno Unito, un gruppo di scienziati provenienti dall’Università di Swansea e dal King’s College di Londra, insieme a ricercatori cileni, ha recentemente sviluppato un nuovo tipo di asfalto capace di autorigenerarsi, senza richiedere nessuna opera di manutenzione umana. Questa tecnologia all’avanguardia è stata progettata utilizzando l’Intelligenza artificiale di Google Cloud e sfrutta materiali sostenibili derivati da scarti di biomassa capaci di ripararsi in piena autonomia.

L’asfalto che utilizziamo attualmente deriva dal petrolio greggio e tende con il tempo a indurirsi, diventando più fragile, con la possibilità che si formino al proprio interno delle spaccature che con il tempo danno vita alle buche che noi tutti conosciamo. Questa nuova tecnologia interviene proprio nella fase delle crepe andando a ricucirle cosicché queste non si allarghino. Si tratta di una rivoluzione che prende spunto da una caratteristica comune a molte piante, le quali sono in grado di riparare autonomamente piccole lesioni.

Il fulcro di questa innovazione è rappresentato dall’integrazione nel materiale stradale delle spore del licopodio clavatum (Lycopodium clavatum) che, quando sono sottoposte al carico dei veicoli in transito, rilasciano un olio naturale che ammorbidisce il bitume, permettendo così di riempire rapidamente le microfessure che si formano sulla superficie. Un fenomeno molto simile ai meccanismi di auto-guarigione che tante piante e alberi utilizzano quando subiscono lesioni