2100, il destino di oceani e foreste: il punto critico di non ritorno- Abbiamo studiato la valenza vivifica e salvifica dell’acqua all’interno dell’ ecosistema. Gli ambientalisti sottolineano l’importanza dell’assorbimento di CO2 da parte degli Oceani. Questi sono come gli organi emuntori. Contrastano ed eliminano tossine inquinanti che causano il riscaldamento globale. Per quanto tempo tutto ciò potrà essere contenuto? Dal 2100 in poi i nostri mari non saranno più in grado di assorbire CO2 in modo fisiologico. Cosa ci aiuta a capire questo? L’alcalinità delle acque. Il ph dell’acqua di mare è tra il il 7.5 e l’8.4. L’alcalinità dell’acqua ci fa capire se questa è in grado di neutralizzare l’acidità. Tanto più aumenta l’acidità delle acque dovuta alla presenza di CO2, tanto più l’acqua marina si ammalerà e non riuscirà più a smaltirla. Se consideriamo anche le altre sostanze inquinanti che confluiscono nei mari il quadro è evidente. Sebbene gli scienziati ambientalisti del mondo si stanno ingegnando per trovare soluzioni all’abbassamento delle emissioni di CO2 nell’aria, ciò non è ancora sufficiente o meglio ciò è ancora per poco contenibile. Non si dovrà mai arrivare al punto di non ritorno.
2100, il destino di oceani e foreste: il punto critico di non ritorno- Che cosa può fare un semplice cittadino cosmopolita per sostenere il mondo nel quale vive? Fare la raccolta differenziata, evitare agenti inquinanti nei prodotti di utilizzo in casa, acquistare possibilmente vetture ecologiche o poco inquinanti, camminare a piedi o andare in bicicletta quanto più possibile. Mangiare cibi freschi a km 0, sani e conservarli in contenitori di materiale naturale o di vetro. Qualcuno potrebbe chiedersi- Ma cosa c’entra? C’entra perché se ciascuno di noi riuscisse a fare la sua piccola parte forse il tasso di inquinamento globale e generale causato da tutte le sostanze sintetiche, chimiche, volatili e non, potrebbe certamente ridursi. Altro modo per contenere il tasso di inquinamento da CO2 è la riforestazione globale. Quale scopo ha? La regolazione del clima ed il supporto alla biodiversità. Ci sono molte campagne ambientaliste che esortano alla riforestazione, alla piantumazione di alberi. Si possono acquistare alberi attraverso siti web di associazioni internazionali e nazionali che piantano alberi in diverse zone del mondo. Nel nostro territorio ci sono molte iniziative che muovono in tal senso. La campagna della Regione Lazio “Zero CO2” e “Piantiamo 6 milioni di alberi” ha dato il via a molte iniziative anche nel nostro territorio come pure le linee guida regionali per la cura del paesaggio laziale.
2100, il destino di oceani e foreste: il punto critico di non ritorno- Dal 1898 in Italia, il 21 novembre c’è la festa dell’Albero, sancita nel 1951 con decreto ministeriale. Così a Formia, a Fondi, a “Minturno in fiore”. Tutti i Comuni, Isole comprese del Golfo. Istituzioni, Associazioni si uniscono per promuovere le iniziative dedicate a quel giorno. Anche il Comune di Gaeta si adopera per rendere sempre più verde la Città. Nelle Scuole del Sud Pontino, gli studenti propongono iniziative ecologiste con giornate dedicate all’Educazione Ambientale. Non si può certo dire che manchino le idee o le aree verdi nel nostro comprensorio. Il festeggiamento della natura e degli alberi esisteva anche in epoca romana con le Lucarie dal 19 al 21 luglio, nel corso della quale oltre ai riti propiziatori si festeggiavano i boschi, la sua divinità Lucar e gli alberi impiantati. Le radici degli alberi servono anche ad impedire il dissesto idrogeologico. L’OMS nel 1994 stabiliva che, occorrono 60 alberi dal diametro di chioma di 10 metri, per ogni essere umano a garantirne la sopravvivenza. Nel 2024 dovranno essere piantati 6,6 milioni di alberi nelle città metropolitane d’Italia. Tornando alle acque marine, sono state portate avanti anche iniziative per pulire e ripulire i fondali e le scogliere del litorale di tutto il Lazio. Istituiti i contratti di Fiume. Siamo tutti consapevoli che sarebbe un vero peccato lasciare ai nostri figli un mondo contaminato e privo di futuro. Ad ogni modo gli scienziati della comunità mondiale attraverso l’ONU stanno prefigurando gli scenari peggiori, quelli più catastrofici per scongiurare qualsiasi imprevisto fenomenologico.